Servirà ancora tempo per il Quinto Ristori. Ma il Paese ora attende con impazienza i fondi promessi dagli ultimi sprazzi del Conte II.
Nei giorni della polemica sulla chiusura degli impianti sciistici, il ministro della Salute, Roberto Speranza, chiuse la questione annunciando una potenza di fuoco sotto forma di ristori. Questo ormai un paio di settimane fa, quando il governo Draghi era ancora in assemblaggio e di novità all’orizzonte se ne vedevano il giusto. Ora però, passato il test del Milleproroghe, bisognerà a tutti i costi affrontare la questione Ristori. Perché se il dl Quinquies era già sul tavolo del Conte II, per l’esecutivo Draghi diventa una priorità assoluta.
Lo aspettano un po’ tutti, commercianti in primis. Quelli più colpiti dalla pandemia, accanto agli autonomi e anche ai dipendenti in cassa integrazione. Praticamente la metà della popolazione italiana aspetta di conoscere quale sarà il contributo dello Stato a seguito del prolungamento delle chiusure, degli orari ridotti e con lo spauracchio all’orizzonte di un nuovo periodo in regime di restrizione. Urgente sì, non solo per questo. Un mese fa si parlava di bozza, ora sembra tutto nuovamente da assemblare.
L’interrogativo che attraversa i lavoratori italiani è lo stesso. Un comune denominatore più che una domanda. a quando gli aiuti che servono? Il decreto è essenziale, per decidere come verranno impiegati i 32 miliardi di scostamento di bilancio già decisi per comporre il quadro assistenziale. E, naturalmente, anche per tener fede alle promesse, anche se più di mezza squadra del vecchio esecutivo non è più in sella. Per ora, i nuovi ministri (eccetto Speranza, che non poteva fare altrimenti vista la situazione) non hanno fatto ulteriori promesse. Non che servano comunque, dal momento che tutta Italia ormai aspetta solo risposte.
LEGGI ANCHE >>> Tregua fiscale, l’ascia non è ancora sotterrata: l’orizzonte è il Quinto Ristori
LEGGI ANCHE >>> Fisco, 50 milioni di cartelle esattoriali in arrivo: scenario da incubo, la data
L’impressione è che per un testo definitivo occorra ancora del tempo. Questo perché, rispetto ai predecessori, il Quinto Ristori dovrà tenere conto di ulteriori difficoltà tecniche legate al progredire della situazione emergenziale. Draghi, da questo punto di vista, è stato abbastanza chiaro: bisognerà scindere le imprese da proteggere e quelle che dovranno adeguarsi al cambiamento. Analisi che richiederanno tempo e che non lasciano margine a promesse su tempi brevi.
Non certo una bella notizia per chi aspetta i Ristori. Anche perché nel nuovo Decreto andranno infilati numerosi altri provvedimenti, per l’estensione della Naspi, del Reddito di emergenza, stanziamenti per i vaccini e anche per capire cosa fare con le cartelle esattoriali congelate. Impossibile arrivare a un Ristori Quinquies entro il 28 febbraio: la strada sembra quella della proroga. Con la speranza che gli altri nodi vengano sciolti al più presto. E’ la risposta che l’Italia si attende.