Quella di Paperone è una storia bellissima e d’altri tempi. Ma per chi coltiva l’ambizione di essere “il più ricco”, sappia che la strada è tutt’altro che facile.
Si fa presto a dire Paperone. Chi conosce bene le vicende del papero più ricco del mondo, riportate fedelmente da Carl Barks e Don Rosa, saprà che la sua fortuna Paperon de Paperoni se l’è costruita partendo dalla povertà, in una grigia Glasgow di fine Ottocento. Lui, di nobile casata, prima battelliere sul Mississippi, poi cowboy nel Montana e quindi cercatore d’oro in Africa, Australia e infine nel Klondike. Una storia che ha portato fiumi di inchiostro e ispirato i sogni di almeno tre o quattro generazioni.
Ma non tutti siamo Paperone. Ed è chiaro (e anche questo lo sapranno gli appassionati della sua Saga) che nessuno potrà concretamente vivere quelle avventure lì. Ma come dice lui stesso, ormai anziano, ai suoi nipotini, “gli unici limiti ai sogni sono i limiti della nostra immaginazione”. Per questo aspirare a entrare nella (ristrettissima) cerchia della popolazione più ricca del mondo è un’ambizione che tutti possono coltivare. A patto, naturalmente, di fare come Paperone: guadagnare soldi col duro e onesto lavoro.
Una ricerca di Kinght Frank, che analizza ben 24 Paesi, ha reso evidente innanzitutto un dato: quando si parla di ricconi, si parla dell’1% della popolazione. Quindi una élite. Ma visto che di Rockefeller o di William Randolph Hearst ne nascono decisamente pochi, specie in una fase in cui la ricchezza si fonda su processi industriali diversi rispetto a 150 anni fa, anche gli standard da tenere in considerazione sono diversi. Secondo Frank, ad esempio, per essere considerati ricchi in un Paese come il Principato di Monaco servono 8 milioni di dollari in banca.
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Va “meglio”, ma solo di poco, in altri Paesi come la Svizzera (5,1 milioni di dollari) e Stati Uniti (4,4 milioni). In sostanza, secondo la ricerca in cima alla classifica si nota “l’influenza della politica fiscale”, mentre sul terzo gradino del podio permane l’emblema della politica del mercato. E per staccare il pass e accedere fra i Paperoni d’Italia quanto servirebbe? Un po’ meno, con l’eufemismo necessario quando si parla di queste cifre: 1,4 milioni di dollari, ovvero 1,15 milioni di euro.
In questa classifica l’Italia è medaglia di legno: davanti ci sono Francia (2,1 milioni), Germania a 2 milioni e Regno Unito, che chiude il podio a 1,8 milioni. Ah già, per restare all’ispirazione paperoniana, conta anche essere “più duro dei duri e più furbo dei furbi”. Ma questo i fan lo sanno.