Truffe in pandemia, anziani nel mirino: “Pronto? Le rimborsiamo 90 euro per il Covid”

L’ennesima trovata dei ladri invisibili: una telefonata a persone sole e anziani per spacciare un fantomatico rimborso. Salvo poi rubare dati e iban.

Truffa anziani

Un’impennata di truffe in pandemia. Ormai è un dato assodato che il lockdown, le restrizioni e per esteso l’incentivo alla rivoluzione digitale offerta forzatamente dalla situazione coronavirus, abbiano contribuito a incrementare il lavoro di chi si nasconde dietro gli imbrogli del web. Nel mirino non finiscono solo i più deboli ma anche gli abituali frequentatori della rete, sempre più ingannati dagli abili retaggi dei pirati di internet. Ma, come spesso accade, sono gli anziani a subire la sorte peggiore.

Alcune truffe, infatti, risultano particolarmente subdole. E non solo perché fanno leva su alcuni sentimenti umani genuini come la fiducia nel prossimo, ma anche perché vanno a sfruttare quelli di maggiore preoccupazione per chiunque. Nello specifico, si parla della paura e della solitudine. Esattamente quei due aspetti che gli ideatori dell’ultima novità in fatto di truffe hanno deciso di cavalcare.

Tutto comincia con una telefonata. Un trucco vecchio come il mondo ma che, anche con il tempo che passa, non perde purtroppo di efficacia. Per quanto si possa essere preparati, infatti, avere a che fare con un truffatore non è mai semplice. Difficile accorgersene e quindi anche reagire. Specie se, come evidenzia l’Associazione anziani e pensionati di Confartigianato (Anap), si parla di telefonate ad anziani soli, senza qualcuno vicino che possa indicare loro la possibile fregatura o, semplicemente, indurli ad annusare puzza di bruciato.

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Truffe in pandemia, anziani nel mirino: denunciare è la soluzione giusta

I truffatori in questione, si fanno passare per addetti di questa o quella compagnia elettrica, a volte a addirittura come incaricati governativi. La motivazione, naturalmente falsa, è quella di un rimborso pari a 90 euro relativo al Covid-19. In sostanza, un indennizzo alle difficoltà vissute in pandemia, per il quale chi raggira chiede all’anziano i propri dati personali e anche un codice Iban per l’accredito.

Il classico momento di sbandamento può capitare e capita anche che molti cedano alla prospettiva di veder entrare sul proprio conto un importo imprevisto. Che si cada o no nel tranello, la soluzione è sempre la stessa: sporgere denuncia e aiutare a diffondere la voce. L’arma più efficace per contrastare i ladri invisibili.

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