Il governo Draghi verso la terza proroga. Discorso cartelle esattoriali rinviato alla fine di aprile. Resta in piedi l’ipotesi rottamazione.
Potranno tirare il fiato ancora per due mesi coloro che attendevano per il mese di marzo lo tsunami delle cartelle esattoriali. Il governo Draghi sembra infatti orientato a concedere altre due mensilità di proroga all’inoltro delle cartelle, stimate in 54 milioni da inviare a seguito dello stop arrivato a seguito dell’emergenza coronavirus. Il proseguire dello stato di crisi e le difficoltà economiche di gran parte dei contribuenti sembra aver convinto il neo-insediato esecutivo a rimandare a fine aprile il discorso dell’invio.
In ballo, infatti, oltre alle cartelle sospese, c’era anche il discorso delle nuove, pronte a scattare a fine febbraio e probabile colpo da k.o. per molti contribuenti. Si tratterebbe, di fatto, della terza proroga per le cartelle esattoriali, dapprima congelate fino al 31 marzo e in seguito fino al 28 febbraio. Una mossa che in realtà ci si attendeva, anche in vista di una riforma fiscale che sembra rientrare fra le priorità dell’esecutivo.
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54 milioni di sospiri di sollievo: congelate le cartelle esattoriali, cosa accade ora
Agenzia delle Entrate e gli altri enti creditori concederanno quindi ulteriore tempo. La moratoria estesa sembra lasciar spazio anche al discorso della rottamazione, accantonato momentaneamente per lasciar posto alla questione sospensione ma, a quanto sembra, fra le possibilità al vaglio del governo. La rottamazione contribuirebbe a snellire lo smaltimento dei crediti, di difficile riscossione visto lo stato permanente di crisi e un futuro a breve termine tutt’altro che roseo in termini di welfare.
Di sicuro, la riforma acquista carattere prioritario. L’intento è quello di iniziare con i cambiamenti dell’1 gennaio 2022, con stanziamento provvisorio di 8 miliardi del Fondo per la fedeltà fiscale. Risorse che dovrebbero essere convogliate in sistemi più efficaci per la lotta all’evasione, che conterà fra gli altri un incentivo all’utilizzo del cashless per questioni di tracciabilità. Novità attese anche sulle detrazioni fiscali, che dovrebbero essere assorbite dall’assegno unico per figli (che faranno lo stesso con gli assegni familiari Inps). Si lavora a un assegno unico (circa 200 euro in media a figlio).