Brutte notizie per molti italiani che temono l’arrivo nel corso dei prossimi mesi delle tanto temute cartelle esattoriali. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo quali potrebbero essere i possibili scenari.
L’ultimo anno è stato segnato dall’impatto del Covid che ha portato a modificare molte nostre abitudini. A partire dall’utilizzo della mascherina, fino ad arrivare al distanziamento sociale, infatti, sono tante le cose a cui dover prestare continuamente attenzione. Se tutto questo non bastasse, le varie restrizioni imposte dal governo hanno portato, purtroppo, molti imprenditori a chiudere, o comunque sospendere, le proprie attività.
Una situazione particolarmente difficile a cui dover far fronte, con sempre più famiglie che si ritrovano a fare tutti i giorni i conti in tasca prima di poter comparare qualcosa. Proprio in questo contesto il precedente esecutivo ha deciso di venire incontro alle esigenze delle persone più colpite, rinviando a più riprese l’invio delle cartelle esattoriali. A partire dal prossimo 1 marzo, però, questo incubo potrebbe tramutarsi in una triste realtà, con ben 50 milioni di cartelle pronte a partire.
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Fisco, 50 milioni di cartelle esattoriali in arrivo: incognita rottamazione
A partire dal prossimo 1 marzo si prevede una vera e propria pioggia di accertamenti, con l’invio di ben 50 milioni di cartelle esattoriali. Di queste, ben 35 milioni riguardano atti rimasti in sospeso nel 2020, a cui si vanno ad aggiungere altri 15 milioni per il 2021. Dei dati senz’ombra di dubbio allarmanti, con molti italiani che temono di dover fare a breve i conti con questa situazione. Dopo tante proroghe concesse dal vecchio esecutivo, infatti, si attende di scoprire quali saranno le decisioni in merito da parte del nuovo governo guidato da Draghi, che si ritrova a dover fare i conti con una situazione alquanto spinosa.
L’ipotesi più accreditata è quella di una nuova possibile rottamazione, mentre non è ancora chiaro se si assisterà all’ennesimo rinvio. In particolare le cartelle potrebbero essere inviate in modo dilazionato nell’arco dei prossimi 24 mesi al fine di evitare il caos. Il governo, infatti, teme che l’invio in un breve lasso di tempo di tutte le cartelle possa arrecare ulteriori problemi, non solo dal punto di vista di possibili tensioni sociali, ma anche per quanto riguarda l’aspetto logistico, per via delle possibili code presso gli uffici postali.