Entro la fine del prossimo mese andranno ritirati tutti quei Buoni fruttiferi prescritti durante la pandemia. Pochi giorni per non perdere capitale e interessi.
Attendere sì, ma dormirci sopra potrebbe essere controproducente. La questione dei Buoni fruttiferi postali è da sempre una delle più gettonate quando si tratta di maturare, alla lunga, qualche buon deposito di denaro da mettere da parte. Uno di quei regali che, magari, i nostri nonni sceglievano di fare al posto (o accanto) a un giocattolo o a un libro, consapevoli che, prima o poi, sarebbe servito avere da parte un piccolo gruzzolo per far fronte a qualche imprevisto.
Il concetto del Buono fruttifero è semplice: non è una giacenza ma, per l’appunto, frutta man mano che trascorre il tempo. E un iniziale deposito anche di qualche centinaia di euro (o, come vedremo, di vecchie lire) può, dopo un certo periodo di tempo variabile, portare in dotazione un discreto importo. Forse per questo si sviluppa una sorta di tendenza ad attendere troppo.
Il rischio, in questo senso, è che il buono “invecchi” nel cassetto. Incappando, magari, in un inconveniente che si chiama “prescrizione del diritto all’incasso”. Un’eventualità da tenere in debito conto, anche considerando che una delle scadenze è assai prossima: al 31 marzo, infatti, sarà bene aver provveduto a ritirare quanto maturato col suddetto regalo dei nostri nonni o dei nostri zii. Il rischio di vederlo sfumare è concreto e, vista la dedizione con la quale è stato depositato in Posta, sarebbe quantomeno disonorevole lasciare che accada.
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Buoni fruttiferi, occhio alle scadenze: pochi giorni per rimediare alla prescrizione
Innanzitutto, va ricordato che la prescrizione scatta a 10 anni dalla scadenza del buono. Qualora si verifichi tale circostanza, si perderà il diritto sia al rimborso del capitale depositato che degli interessi. Cosa succederebbe? Se si parla di Buoni fruttiferi datati fra il 18 novembre 1953 e il 12 aprile 2001, gli importi scivolerebbero al Ministero dell’Economia. Dal 14 aprile 2001 in poi come data di emissione, la competenza spetterebbe a Cassa Depositi e Prestiti. Gli importi verrebbero quindi utilizzati come indennizzo per le vittime di frodi fiscali.
Ma cosa c’entra il 31 marzo? Che coloro che hanno visto scadere i propri Buoni fruttiferi durante la pandemia, avranno tempo fino a tale data per ritirarli, anche se già caduti in prescrizione. Il periodo ritenuto valido è quello compreso fra l’1 febbraio 2020 e il 31 gennaio 2021. Meglio affrettarsi.