Spesso chi si accinge ad aprire un conto corrente non presta attenzione all’informativa sui costi: in questa guida spiegheremo quali sono.
Secondo le statistiche, in media per una famiglia italiana il costo di un conto corrente si aggira attorno ai 340 euro all’anno in una banca tradizionale, mentre se la stessa famiglia decidesse di aprire un conto corrente online la spesa sarà di circa 58 euro all’anno.
Quando si apre un conto corrente, avere un quadro chiaro dei costi che andremo ad affrontare anche negli anni a venire, dovrebbe rivestire un ruolo fondamentale nel momento in cui si sceglie la banca a cui affidare i propri risparmi. La prima distinzione da fare è tra:
Andiamo quindi a capire meglio a cosa dobbiamo prestare attenzione quando analizziamo la gestione economica di un conto corrente.
Da tenere in considerazione è l’Indicatore Sintetico di Costo, il quale serve al correntista per valutare il costo annuo del conto corrente. Il costo si ottiene dalla somma dei costi annuali, fissi e variabili, del conto corrente in base a indicatori definiti dalla Banca d’Italia.
Con tale strumento il correntista potrà avere un’idea chiara di quanto sarà oneroso il conto corrente che si appresta ad aprire. In tale documento saranno elencate tutte le spese e le commissioni che la banca andrà ad addebitare al correntista, senza però aggiungere gli oneri fiscali e gli interessi, che andranno maturando periodo per periodo e non possono essere indicati preventivamente.
L’apertura di un conto corrente è a titolo gratuito, a maggiore ragione se si tratta di conti correnti online. Ci sono dei casi in cui è previsto l’obbligo di effettuare un primo versamento per attivare il conto corrente, che non è da considerare un vero e proprio costo, ma piuttosto un deposito minimo che può portare con sé eventuali agevolazioni o promozioni da parte della banca.
Rientrano nel computo dei costi di getione tutti i costi fissi e variabili che il correntista andrà a pagare per l’utilizzo del proprio corrente, in particolare:
Dal 2006, il Decreto Bersani consente ai correntisti di chiudere i propri conti correnti bancari senza sostenere nessun costo. Ci saranno però da sostenere delle spese di estinzione, che sono dei costi amministrativi richiesti dalla banca per chiudere il relativo rapporto contrattuale con il correntista.
La banca al momento della richiesta di chiusura del conto corrente dovrà compilare un estratto conto di chiusura, dal quale risultano tutti i movimenti registrati nel periodo precedente. All’interno di tale estratto conto troviamo le spese di gestione del conto dell’ultimo trimestre, l’imposta di bollo, eventuali interessi passivi, invio dell’estratto conto, bonifici, titoli, uso delle carte e le spese per pagamenti vari. Spese che il correntista dovrà provvedere a pagare.
Nell’era della digitalizzazione anche le banche si sono adeguate e hanno creato il conto corrente a zero spese. È una tipologia di conto che non prevede nessuna spesa di gestione, quindi senza canone e spese fisse, saranno calcolati solo gli eventuali oneri fiscali, per esempio l’imposta di bollo se la banca non se ne fa carico. Con questa tipologia di conto corrente il correntista potrà effettuare tutte le operazioni standard, compresi prelievi e versamenti, a titolo gratuito.
Se ci si chiede come faccia una banca a garantire i conti correnti gratuiti la risposta è semplice, infatti lavorando principalmente online, la banca stessa non dovrà sostenere nessun costo interno e potrà garantire ai propri clienti conti correnti a zero spese.