Il caso arriva dal Ternano. L’azienda chiede la restituzione di 100mila euro, probabilmente vittima di una truffa informatica. C’è una sentenza ma…
Una vicenda intricata quella che ha visto coinvolta la Tre Re Srl, azienda di Montecastrilli, nel Ternano, finita in causa per un caso di bonifici “sviati”. In sostanza, pur avendo eseguito correttamente tutte le varie operazioni, la società avrebbe accertato che i soldi versati, anziché arrivare ai destinatari stabiliti, sono in realtà giunti su altri conti corrente. E anzi, come riferito da UmbriaOn, quello della Tre Re non sarebbe nemmeno l’unico caso.
La questione è alquanto spinosa. Lo scorso 22 dicembre, l’azienda aveva effettuato un bonifico di 100 mila euro come stanziamento per il pagamento degli stipendi. Soldi che, invece, sarebbero approdati in tutt’altri lidi. Alla base di tutto, probabilmente, l‘azione di disturbo di un hacker. Fatto sta che, immediatamente, l’azienda si è rivolta alla banca gestente il suo conto, chiedendo la restituzione del denaro.
E qui è iniziata la contesa. L’Istituto bancario in questione, Intesa SanPaolo, aveva dapprima accordato la restituzione, riversando l’importo sul conto della società. Poi, lo avrebbe nuovamente ripreso, incorrendo nell’ira della Tre Re, che aveva presentato tramite i propri legali un ricorso cautelare d’urgenza. A seguito del quale, poi, il giudice del Tribunale di Terni aveva disposto la restituzione della somma da parte della banca più il carico delle spese.
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A quanto sembra, però, l’azienda avrebbe lamentato come l’importo non sarebbe ancora stato versato. La sentenza, infatti, teoricamente metterebbe fine al contenzioso. Se non che, pare che prima della stessa la banca avesse effettuato a sua volta una proposta di transazione, restituendo metà dell’importo. Quindi 50 mila euro, che la società aveva però categoricamente rifiutato. Secondo i legali della stessa, infatti, nessuna responsabilità era riconducibile a essa, sostenendo che le procedure di bonifico fossero state eseguite regolarmente.
La vicenda quindi sembra non essere ancora finita. E, peraltro, come detto sembra riguardare anche altre società della zona, vittime a quanto pare tutte della stessa truffa. E, in alcuni casi, del medesimo contenzioso. Una situazione che, come visto nei giorni scorsi, può riguardare anche dei privati. A riprova che le transazioni effettuate tramite i servizi di home banking, necessitano di una sicurezza assoluta. Possibilmente a prova di hacker.