Secondo il quotidiano britannico, la Regina Elisabetta avrebbe utilizzato un’influenza chiamata Queen’s Consent per mantenere il riserbo sulla trasparenza finanziaria.
Tira aria pesante a Buckingham Palace, dopo che il quotidiano britannico Guardian ha reso nota una vicenda che, come minimo, potrebbe portare parecchio imbarazzo all’intera Royal Family. Alla monarca Elisabetta II innanzitutto, al centro di una presunta azione di influenza sul governo del Regno Unito ritenuto dai più poco consono al suo ruolo. Anche perché relativo a una materia estremamente delicata come la trasparenza finanziaria. Una pericolosa buccia di banana, sulla quale la Famiglia reale inglese rischia un brutto capitombolo.
Secondo il quotidiano, alla base di tutto ci sarebbe una pressione esercitata dai legali della Regina sui ministri dell’esecutivo britannico, affinché fosse apportata una modifica alla legge sulla trasparenza finanziaria. Il che, secondo il Guardian, avrebbe consentito al tesoro reale di restare privo di una quantificazione precisa. Il tutto, semplicemente attraverso l’applicazione di una clausola.
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Elisabetta II e il patrimonio fantasma: il Guardian e il caso della trasparenza
In sostanza, sulle pagine del Guardian viene ipotizzato come la Regina Elisabetta avrebbe utilizzato i suoi avvocati per far leva su Downing Street affinché nella legge sulla trasparenza fosse inserito un codicillo che consentisse alle società utilizzate dai Capi di Stato di essere esenti dalle normative di riferimento. E non sarebbe nemmeno cosa di oggi. Anzi, per il quotidiano si parla addirittura di un sistema risalente agli anni Settanta e che avrebbe consentito a una sorta di società fantasma di mantenere il riserbo sugli investimenti di Buckingham Palace.
In linguaggio corrente si chiama Queen’s Consent. Ovvero, la poco formale procedura che consente alla Sovrana di influenzare in qualche modo la creazione di leggi specifiche, anche prima della discussione a Westminster. E questo, nel corso del suo lungo regno, sarebbe accaduto diverse volte. Anzi, parecchie volte a giudicare dai documenti pubblicati dal Guardian, che ipotizza addirittura un migliaio di “interventi”. Una notizia che sconvolge il Regno Unito ma che, soprattutto, incrina l’immagine tradizionale della monarchia britannica, ritenuta al di sopra delle discussioni politiche. Almeno fino a ora.