La Guardia di Finanza ferma tre persone, accusate di aver smembrato cadaveri per rivendere i fornetti. La vicenda scioccante a Tropea.
Un giro di affari loschi è emerso dalle indagini della Guardia di Finanza di Tropea. E dai tratti più che inquietanti, visto che il tutto assume i connotati della profanazione. Nei giorni scorsi era balzato alle cronache il gravissimo episodio accaduto in provincia di Vicenza, dove due tombe erano state aperte e depredate. Stavolta, la situazione è se possibile anche più grave: loculi letteralmente svuotati, bare aperte e salme trafugate per lasciare spazi vuoti e rivendere le tombe.
Un traffico di loculi andato avanti finché l’installazione di telecamere nel cimitero non ha permesso di immortalare le profanazioni e stroncare gli affari criminosi a danno dei defunti. Il che, a ogni modo, non toglie nulla alla gravità di quanto commesso: atti sacrileghi, non solo in violazione del riposo dei defunti ma anche a spregio dell’affetto dei loro familiari.
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I sospetti, infatti, sono iniziati proprio quando un uomo si è recato a portare fiori sulla tomba di suo nonno, trovandola aperta e vuota. Secondo quanto emerso dalle indagini, al posto del parente avrebbe dovuto trovare posto qualcun altro. Nello specifico la consorte dell’uomo che svolgeva il ruolo di collaboratore del custode e di suo figlio. Ma sembra che la questione sia anche più grave, tanto che le autorità cittadine hanno chiesto ai cittadini di verificare che le tombe dei propri cari non siano state violate.
Un avviso che, naturalmente, non fa che aggiungere tratti inquietanti a una vicenda già di per sé disumana. Dietro tutto questo, secondo gli investigatori, ci sarebbero tre persone: padre, figlio e un loro collaboratore. Tutti e tre con accuse pesantissime, rei, secondo l’accusa, di aver messo in piedi letteralmente un’organizzazione criminale, che liberava tombe di persone defunte da più di dieci anni per far posto ad altri dietro compenso. Le immagini immortalate dalle telecamere mostrerebbero persino le scene dello smembramento dei cadaveri. Uno sfregio alla memoria, oltre che all’umanità.