Anche i buoni fruttiferi postali sono finiti nel mirino delle truffe. Di recente, infatti, è stato scoperto un raggiro dal valore pari a ben 400 mila euro. Ecco cosa è successo.
I buoni fruttiferi postali sono, senz’ombra di dubbio, uno strumento molto amato e utilizzato dagli italiani per risparmiare il proprio denaro. Non presentano, d’altronde costi di gestione ed essendo garantiti dallo Stato Italiano, si presentano come una forma di investimento ad alta sicurezza. Le cose, però, non sempre vanno come sperato e anche le cose più sicure, finiscono per dare alcuni grattacapi.
Lo sanno bene, purtroppo, alcuni clienti di un ufficio postale che si soni ritrovati di fronte a dei buoni fruttiferi postali falsificati, per un raggiro pari a ben 400 mila euro. Una truffa studiata fin nei minimi dettagli, ma che alla fine è venuta a galla, con l’autore di questo raggiro che dovrà fare i conti con le relative conseguenze. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa è successo.
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Buoni fruttiferi postali falsificati, truffa da 400 mila euro: condannati impiegato e direttore
Stando a quanto si evince da alcuni quotidiani siciliani, sembra che il dipendente di un ufficio postale sia riuscito a sottrarre ben 400 mila euro grazie a dei buoni fruttiferi postali falsificati. In particolare avrebbe venduto ben 54 titoli falsi ad una decina di clienti che si erano recati in ufficio per poter mettere da parte i loro risparmi. Anziché dare loro dei titoli reali, però, il dipendente avrebbe provveduto a presentare dei buoni postali falsificati, senza filigrana e timbro in grado di accettarne la validità.
Ebbene, vista la situazione, il Tribunale di Termini Imerese ha provveduto a condannare sia il dipendente che il direttore dell’istituto con l’accusa di peculato. Il primo per aver dato vita a un raggiro da ben 400 mila euro; il secondo in quanto non avrebbe vigilato in modo adeguato, al fine di evitare che il dipendente mettesse in atto la sua truffa. Sia il dipendente che il direttore, comunque, hanno annunciato di essere pronti a ricorrere l’appello e non resta quindi che attendere ulteriori delucidazioni in merito.