Sulla questione relativa all’introduzione o meno della patrimoniale si è espresso anche Guido Carlino, il presidente della Corte dei Conti. Si farà?
Durante l’audizione conoscitiva sulla riforma IRPEF, tenutasi alle commissioni congiunte Finanza, il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino si è espresso in merito all’intervento della patrimoniale.
Facciamo un passo indietro. Già a dicembre, durante il Governo Conte, si chiedeva l’inserimento, nella riforma del fisco, di una nuova forma di tassazione sulla ricchezza, ovvero una sorta di patrimoniale. Questa, però, avrebbe dovuto colpire, non tutti, ma solo i patrimoni superiori a 500mila euro, comprendendo anche beni come la prima casa.
Nonostante il parere favorevole di questa patrimoniale di Banca d’Italia, la Camera, con 19 sì sei astenuti e 462 contrari, aveva bloccato questo provvedimento.
Certo, a molti non sarà sfuggito che anche la riforma del catasto non è altro che una patrimoniale sotto mentite spoglie che potrebbe andare ad incidere sulla casa modificando i valori e le rendite catastali.
Con l’ascesa al Governo di Maria Draghi il dibattito sulla patrimoniale sembra riaprirsi, specie al fine di cercare una quadra sulla maggioranza che dovrebbe sostenere il Governo.
[Un nuovo prelievo patrimoniale è stato recentemente invocato – ricorda Carlino relativamente a quanto successo negli scorsi mesi e riportato in un articolo da IlGiornale.It – sia come metodo per contrastare la disuguaglianza (con riferimento alla maggiore concentrazione della ricchezza rispetto al reddito), sia in relazione alla copertura dei costi della pandemia”; intervenire attraverso una patrimoniale, a suo avviso, “appare dunque auspicabile, anche se non si volessero affidare al prelievo patrimoniale ulteriori finalità redistributive o di reperimento di risorse].
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Patrimoniale: parla la Corte dei Conti
Il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, si è così espresso sul tema della patrimoniale: “Una valutazione preliminare, al riguardo, dovrebbe riguardare la caratteristica del prelievo, che da reale potrebbe essere trasformato in personale, considerando dunque tutte le forme di patrimonio e eventualmente la base familiare anziché individuale”.
Secondo Carlino, la patrimoniale, non deve andare a colpire il il ceto medio, essendo quello più colpito in assoluto. Infatti, i redditi compresi tra 28 e 55 mila euro sono “eccessivamente gravati dall’Irpef” ed è “quindi necessario procedere a una riduzione dell’onere fiscale su tale fascia di reddito, nella quale, tra l’altro, le detrazioni per lavoro dipendente assumono profilo decrescente fino ad azzerarsi”.