Una notizia che ha sconvolto la comunità di Le Tòri, com’è chiamata la città in dialetto veneto. Le bare estratte dai fornetti appartenevano a due persone di origine sinti, a quanto sembra sepolti con indosso diversi oggetti preziosi che i profanatori avrebbero cercato di rubare trafugare, riuscendoci in parte. Al momento, non è ancora stato quantificato il valore complessivo di quanto è stato rubato e la questione è parte dell’indagine che le Forze dell’ordine stanno portando avanti per dare un volto ai ladri.
LEGGI ANCHE >>> Casinò online: la truffa è sempre dietro l’angolo
LEGGI ANCHE >>> Difficoltà economiche? Ecco tutti i sussidi che è possibile chiedere nel 2021
Marola, rubano ai morti e fuggono: furto sacrilego nel cimitero di Le Tòri
Inutile dire lo shock provato da chi ha scoperto l’accaduto: le lapidi erano state abbattute, le bare estratte e aperte con violenza. All’interno mancavano gioielli e oro, rubati alle salme, lasciate intatte nei feretri. Si trattava, secondo quanto riferito, di un uomo e una donna, deceduti oltre dieci anni fa. Un gesto che ha letteralmente sconvolto la cittadinanza, oltre che le famiglie dei due deceduti. Le Forze dell’ordine indagano per violazione di sepolcro e danneggiamenti.
Secondo una prima ricostruzione, i responsabili potrebbero essere un gruppo di persone specializzate in questo genere di atti criminosi. Il modus operandi, infatti, sarebbe stato indicato come da esperti: le lapidi erano state rimosse, i coperchi divelti e, con delle forbici, tagliata la lastra di zinco che ricopriva i cadaveri, quel tanto che bastava per sottrarre i preziosi. Una profanazione che il momento di crisi generale di certo non giustifica.