Il lavoratore affetto da diabete può accedere a un trattamento pensionistico anticipato in base a diversi requisiti. Ecco quali.
Un problema che, purtroppo, accomuna molte persone quello del diabete. L’Inps lo riconosce come una patologia invalidante, concedendo un trattamento pensionistico anticipato qualora il grado della malattia raggiunga un determinato livello di gravità. Anzi, lo stesso ente previdenziale ha messo a disposizione una vera e propria scala alla quale fare riferimento, per capire se e come un paziente e lavoratore affetto da diabete possa accedere a una pensione anticipata. Naturalmente, trattandosi di una malattia di natura differente a seconda del soggetto interessato, sono diverse anche le soglie di accesso.
Per l’ottenimento dell’Ape sociale, ma anche per una maggiorazione dei contributi accreditati, il lavoratore che sia affetto da questa patologia avrà a disposizione un trattamento pensionistico ad hoc. Tuttavia, potrebbe essere possibile accedere anche solo rientrando nella categoria dei lavoratori invalidi. Anche in questo caso, dipende dallo stato della malattia.
Sono sostanzialmente sei i trattamenti al quale un lavoratore con diabete potrebbe accedere per andare in pensione in anticipo. Previa, naturalmente, un’invalidità riconosciuta da un’apposita commissione medica facente capo all’Inps. Qualora si attribuisca un’invalidità dell’80%, il pensionamento anticipato scatta in automatico.
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Con una percentuale del 74% sarà possibile rientrare fra i pensionati in quanto lavoratori precoci. E ancora, il sussidio dell’Ape sociale sarebbe disponibile con 63 anni di età e un’invalidità al 74%, mentre con il 75% spetterebbe una maggiorazione contributiva. Negli ultimi due casi si parla invece di inabilità permanente e assoluta, oppure di una pensione per inabilità al proficuo lavoro.
Va detto, inoltre, che al lavoratore affetto da diabete può essere riconosciuto anche un assegno ordinario di invalidità, qualora la percentuale sia del 67% e la posizione contributiva superi i 5 anni (tre nell’ultimo lustro precedente alla domanda). L’assegno, che sostegno che verrà riesaminato ogni tre anni, superati i tre rinnovi diventerà definitivo.
Nel frattempo, il lavoratore potrà continuare a recarsi sul posto di lavoro. Naturalmente, qualora la patologia tocchi picchi particolarmente elevati di gravità (ad esempio diabete mellito con complicanze gravi) l’invalidità potrebbe arrivare anche al 100%.