Bisogna fare attenzione quando si decide di buttare via le bollette, perché questo semplice gesto potrebbe costarci davvero caro. Vediamo perché.
Le bollette rinetrano, a lungo andare, in quella parte di scartoffie che, purtroppo, non possono essere buttare. O meglio, non subito.
E’ bene, infatti, che quando incappiamo in alcune bollette il nostro primo pensiero non sia quello di buttarle in quanto potremmo correre dei rischi.
Infatti, quando si paga una bolletta è bene conservarla, e non buttarla via. Questo perché, l’azienda fornistrice, se il pagamento per qualche sfortunato motivo non è andato a buon fine, vi chiederà la ricevuta di avvenuto pagamento.
Nel caso in cui la ricevuta non si trovasse, sarete costretti a pagare nuovamente la bolletta.
Ecco perché è bene conservarle. Ma per quanto tempo?
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Bollette: quando buttarle
Calma, se pensavi di dover conservare per tutta la vita ogni singola bolletta, ti stai sbagliado. Puoi liberartene molto prima, alcune ormai sono digitali e rimangono direttamente sul computer o sulla app.
Ma quanto tempo dobbiamo tenerle?
L’art. 2934 del Codice Civile: “Ogni diritto si estingue per prescrizione, quando il titolare non lo esercita per il tempo determinato dalla legge. Non sono soggetti alla prescrizione i diritti indisponibili e gli altri diritti indicati dalla legge”.
Questo articolo sancisce che ogni diritto esistente si estingue quando il titolare non lo esercita per un determinato periodo, ma non tutti i documenti prevedono gli stessi tempi di prescrizione.
Le bollette pagate di acqua e telefono devono essere mantenute, per precauzione, per un periodo di tempo che può andare dai cinque ai dieci anni a partire dalla data di pagamento.
Superati i cinque anni il gestore non ha il diritto di richiedere la regolarità del versamento, in quanto caduta la prescrizione.