Il lavoratore si può rifiutare di effettuare orari di lavoro straordinari o è obbligato a rispondere sì alle richieste del datore di lavoro?
L’orario di lavoro dei lavoratori dipendenti è regolamentato e fissato con precisione dal contratto di lavoro. Il datore però può chiedere al dipendente di effettuare delle ore di straordinario. In quel caso il dipendente può scegliere oppure non ha potere decisionale?
Il tempo di lavoro è minuziosamente regolamentato dalla legge e dai contratti nazionali di lavoro perché il lavoratore deve poter conciliarlo con i tempi della propria vita personale. Il lavoratore deve quindi conoscere con precisione il proprio orario lavorativo in modo da sapere quando è libero di svolgere le sue attività non lavorative.
E’ stabilito che una prolungata ed eccessiva attività lavorativa può causare, con il passare del tempo, anche gravi danni alla salute, oltre che impedirgli di avere una vita privata e sociale adeguata. La durata massima dell’orario di lavoro è stata quindi fissata dalla legge a 40 ore settimanali (può essere inferiore se il contratto lo prevede, i cosiddetti contratti part time, ma mai superiore).
Da ciò deriva che non si può abitualmente lavorare più di 40 ore a settimana superando così i limiti di legge. Occasionalmente, invece, il limite potrebbe essere superato, ma anche questo superamento è dettagliatamente regolato dalla legge.
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Il datore di lavoro può quindi occasionalmente richiedere che il tempo di lavoro del dipendente superi le 40 ore settimanali previste dai comuni contratti full time. Questo tempo in più viene considerato però lavoro straordinario.
Come già specificato però, gli straordinari sono anch’essi soggetti a delle limitazioni di legge. Ad esempio il tempo di lavoro medio massimo che ogni singolo lavoratore dipendente può effettuare in una settimana non deve superare il limite di 48 ore. E la media deve essere calcolata su un periodo che non superi i quattro mesi. In un anno ogni lavoratore non può svolgere più di 250 ore di lavoro straordinario.
Di conseguenza il lavoratore si può rifiutare di svolgere prestazioni straordinarie se queste superano il limite massimo che la legge ha stabilito. Se invece la richiesta resta entro i limiti massimi stabiliti, il lavoratore è tenuto a effettuare la prestazione lavorativa aggiuntiva richiesta.
Chiaramente questo comporterà anche una maggiorazione sulla busta paga del lavoratore dipendente. Il tempo di lavoro straordinario inoltre è soggetto a una retribuzione percentuale aggiuntiva che di solito è specificatamente indicata nei ccnl.
Ricordiamo, infine che la richiesta dello straordinario da parte del datore di lavoro deve avvenire rispettando i principi di buona fede e correttezza e quando sussistano particolari esigenze tecniche, organizzative o produttive di carattere eccezionali.