L’INPS riconosce la pensione di invalidità per chi presenta delle malattie cardiache. Vediamo quali sono e come ottenere il beneficio.
Prima di capire quali sono le mattie cardiache alle quali è riconosciuto il diritto alla pensione di invalidità è bene fare una premessa. Non basta, infatti, soffrire di una qualsiasi patologia dell’apparato cardiocircolatorio, ma queste devono essere particolarmente gravi e invalidanti.
Soffrire di un disturbo al cuore non significa avere diritto immediato al beneficio INPS, in quanto la malattia deve essere tale da arrrecare al soggetto un grado di infermità o di menomazioni tali da inficiare in misura rilevante l’autonomia del paziente.
Quando la malattia cardiaca è grave si avrà diritto alla pensione di invalidità mentre negli altri casi, l’INPS, dove la sintomatologia è meno grave, riconosce comunque sussidi e agevolazioni, come l’esonero dal pagamento di farmaci e ticket.
Ma per quali malattie cardiache è riconosciuta la pensione di invalidità?
LEGGI ANCHE >>> Alcol e Covid: è boom di vendite online. I dati sono drammatici
LEGGI ANCHE >>> Bonifico istantaneo regalato da queste due banche: attenzione!
Malattie cardiache e pensione di invalidità: quali
Le 3 patologie cardiache a cui l’INPS riconosce il punteggio massimo di inabilità sono:
- le aritmie gravi cui non è possibile applicare il pacemaker;
- la coronaropatia gravissima;
- le miocardiopatie o valvulopatie con insufficienza cardiaca gravissima.
Per beneficiare della pensione occorre raggiungere, in base allo stato della malattia, un punteggio di invalidità. Questo punteggio è attributio dalla Commissione Medica Legale dell’INPS e, in base alla percentuale assegnata, verrà corrisposto o meno un assegno.
Per poter beneficiare della pensione di invalidità occorre non superare il limite reddituale di 4.931,29 euro.
L’importo dell’ assegno, nel 2021, ha ottenuto un lieve aumento dovuto alla rivalutazione dei ratei pensionistici. L’ammontare delle pensioni di invalidità,oggi, è pari a 287,09 euro.