All’indennità pre-pensione possono accedere diverse categorie di lavoratori ma anche invalidi civili: chi ha possibilità di accesso.
Pensione di accompagnamento sì ma anche un’indennità che forse non tutti conoscono. A carico dello Stato e destinata a chi ha compiuto 63 anni di età, con possibilità di esserne beneficiari fino al raggiungimento dell’età pensionistica. O meglio, fino alla maturazione di quei requisiti che consentono di chiudere l’attività lavorativa e andare in pensione. Tuttavia, anche per accedere a questa particolare indennità occorrono delle prerogative specifiche.
Innanzitutto va precisato che l’indennità in questione si attesta su una cifra che può raggiungere anche i 1.500 euro al mese. La sua regolamentazione è inclusa nella Legge di Bilancio 2021, nell’ambito della proroga dell’Ape sociale al 31 dicembre 2021. Da ricordare, inoltre, che la percezione di tale importo avviene mensilmente (nell’arco di un periodo che arriva a 12 mesi) e si compone del medesimo importo della pensione che viene calcolato quando si accede al trattamento dell’Ape.
Ma a quali categorie di lavoratori spetta l’indennità? Essendo il calcolo effettuato secondo la suddetta procedura, l’importo dipenderà… dall’importo. Nel senso che, se il calcolo raggiunge (o supera) i 1.500 euro, l’indennità percepita sarà di 1.500 euro al mese. Un vero e proprio anticipo di pensione quindi, per il quale è necessario requisito il raggiungimento del 63esimo anno di età. Altro dettagli fondamentale, l’iscrizione a una o più gestioni Inps.
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Va da sé che chi percepisce l’indennità non debba essere già soggetto a trattamento pensionistico. Sarà comunque valido per tutti quei lavoratori in procinto di concludere un’attività di lavoro sia autonomo che dipendente e anche parasubordinato (e anche usurante per almeno 7 anni sugli ultimi 10, con contribuzione di 36 anni). Possono accedere anche i disoccupati, a patto che abbiano compiuto i 63 anni e non siano, come sopra, già soggetti a pensione.
Ma non solo lavoratori ordinari o autonomi. Spazio anche ai soggetti con almeno il 74% di invalidità civile accertata dall’Inps (e trent’anni di contribuzione) e a chi assiste un familiare in difficoltà. I cosiddetti caregiver quindi, purché il “trattamento” superi i sei mesi continuativi.