A provocare l’esodo da Whatsapp non è stata solo la questione relativa ai nuovi termini per la privacy ma anche altre motivazioni. Vediamo insieme quali sono
Il nuovo anno non si è aperto nel migliore dei modi per Whatsapp, che continua a fare i conti con i malumori dei fruitori. Molti infatti hanno deciso di cambiare e di passare ad altre applicazioni di messaggistica istantanea abbastanza simili.
Alla base di questa fuga e delle continua polemiche c’è l’ormai famigerata questione della modifica (decisa unilateralmente) nuovi termini di condizioni e privacy. L’allineamento previsto per febbraio è stato prorogato a maggio, in modo tale da consentire agli utenti di comprendere meglio la situazione.
Le rassicurazioni da parte degli operatori del colosso internazionale sono servite a poco. Il malcontento è dilagato in maniera incessante e almeno per ora non sembra destinato a placarsi.
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A rendere la situazione ancor più ingarbugliata è il continuo alternarsi di potenziali truffe. Whatsapp essendo uno degli strumenti più utilizzati nel mondo è anche molto appetibile per hacker e malviventi che non vedono l’ora di appropriarsi dei dati altrui per portare a termine i loro loschi piani.
Ad onor del vero però sono costanti e molteplici le comunicazioni relative a ciò. Appena viene individuato un tentativo di raggiro, coloro che sono ai vertici della chat avvisano tempestivamente i fruitori avvalendosi di tutti i mezzi necessari.
Whatsapp inoltre ha sempre stigmatizzato queste attività poco edificanti, ma a quanto pare non è bastate per sedare gli animi delle persone, stufe di dover stare sugli attenti ogni giorno per evitare spiacevoli sorprese.
A prescindere dall’umana voglia di dare spesso la colpa al prossimo, sarebbe bene tenere alta la guardia, anche perché i tentativi di pshishing ormai sono sempre gli stessi e non si può essere sempre così ingenui ed abboccare di continuo.