La divisione dell’eredità genera spesso delle grandi problematiche. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo quanto spetta al coniuge superstite.
La morte di una persona cara è senz’ombra di dubbio un momento molto difficile da affrontare. Dopo aver trascorso buona parte della vita assieme, infatti, risulta molto difficile accettare il fatto di non poter più condividere gioie e dolore con coloro che hanno contribuito a rendere la nostra vita speciale. Tra questi vi è senz’ombra di dubbio il coniuge.
Proprio con il marito o moglie, d’altronde si vive quello che viene spesso definito come il giorno più bello della vita, con la promessa di essere sempre uno al fianco dell’altro, sia nella buona che nella cattiva sorte. Tra i momenti più dolorosi che si possano affrontare, però, vi è proprio la morte del proprio coniuge, con il superstite che si ritrova a dover affrontare, oltre le difficoltà emotive, anche quelle burocratiche. Il coniuge che sopravvive alla morte del proprio marito o moglie, infatti, ha diritto a ricevere una quota di eredità che può variare in base ad alcuni elementi. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo come funziona la successione.
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Come già detto, in caso di morte del coniuge, il superstite ha diritto ad una quota di eredità che può variare in base ad alcuni fattori. Innanzitutto bisogna capire se è presente un testamento; in caso contrario, infatti, è la legge a stabilire come distribuire il patrimonio. Si tratta della cosiddetta successione legittima, con il coniuge che rientra nella categoria dei cosiddetti eredi legittimi.
Ebbene, in base a quanto previsto dalla normativa vigente, in assenza di figli, ascendenti o fratelli, al coniuge superstite spetta tutta l’eredità. Tale regola vale anche nel caso in cui si tratti del coniuge separato purché senza addebito. Se vi è la comunione dei beni, inoltre, si procede con lo scioglimento della comunione. Questo comporta un’aggiunta del 50% alla metà di patrimonio sulla quale si apre la successione legittima in caso di altri soggetti aventi diritto alla successione. Non ha diritto all”eredità, invece, il coniuge divorziato con sentenza definitiva.
Se vi sono dei figli, invece, è facile intuire che anche a loro spetta una parte dell’eredità del defunto. Ebbene, se vi è solo un figlio, allora il patrimonio viene diviso in due quote di parti uguali. In presenza di due o più figli, invece, al coniuge spetta 1/3 del patrimonio. La restante parte viene distribuita in parti eque tra i figli.