Quando è possibile percepire la Naspi? Due i requisiti fondamentali ma spunta il caso dei contratti a termine…
Un interrogativo che accompagna spesso chi si ritrova imbrigliato nella difficile situazione della perdita del lavoro. Anche perché, il percorso per l’accesso al sostegno della disoccupazione necessita di determinati requisiti, che in qualche modo tendono a non accomunare chi fronteggia le difficoltà dovute alla fine della propria attività lavorativa. Questo perché i casi che portano all’interruzione di un rapporto di lavoro sono diversi e vanno tutti analizzati nello specifico.
Una delle domande più frequenti è in quali casi non si arrivi a maturare il diritto all’indennità di disoccupazione, la Naspi. La quale ha un requisito fondamentale: la fine involontaria dell’attività lavorativa. A questo va ad aggiungersi la necessità di essere in possesso perlomeno di 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi che precedono l’interruzione, oltre che di 13 settimane (minimo) di contributi nei quattro anni (48 mesi) precedenti.
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Disoccupazione, tutte le variabili: Naspi per chi rifiuta un contratto a termine?
Il sito Money.it, però, risponde a un quesito interessante. Ossia, se coloro che rifiutano di sottoscrivere un contratto a termine. Sulla base dell’esempio posto da un lettore, gli esperti rispondono che il diritto alla Naspi va applicato qualora vi siano tutti i requisiti. Fra questi, indispensabili, che la fine del rapporto di lavoro sia involontaria. Quindi, nel caso di rifiuto di contratto a termine, proposto per scongiurare un licenziamento immediato in un’azienda in liquidazione, si perderebbe tale diritto.
Diverso il caso in cui tale contratto fosse sottoscritto e, alla scadenza, sia l’azienda a decidere di non rinnovarlo. In questo caso, la cessazione del rapporto di lavoro rientrerebbe pienamente nella caratteristica dell’involontarietà da parte del lavoratore. Quindi la Naspi sarebbe sicuramente percepibile. Su un rapporto lavorativo di 25 anni (come nel caso in esempio) si andrebbero a percepire 24 mesi di Naspi, la metà dei contributi che sono stati versati nei 48 mesi precedenti alla fine del lavoro.