La truffa, stavolta, è del compratore. Attenzione alle alternative di pagamento con prepagate: l’imbroglio è dietro l’angolo.
Il boom di transazioni elettroniche, vuoi per il cashback o per la maggiore comodità rispetto ai contanti (sconsigliati anche dai sanitari in tempo di pandemia), è ormai certificato. E, assieme alla maggior predisposizione degli utenti a “strisciare” la carta piuttosto che a effettuare pagamenti con soldi fisici, è quasi fisiologico che sia aumentato il numero di chi cerca di approfittarsi della situazione. Nel mirino ci sono i Bancomat, con l’ideazione di una truffa semplice da attuare ma anche da riconoscere, con qualche consiglio e un po’ di sagacia.
Occhio soprattutto ai luoghi di interazione domanda-offerta. Primi fra tutti i network dove chiunque può mettere in vendita degli oggetti personali e interagire con altri utenti. Potenziali compratori e, in alcuni casi, potenziali truffati. E non solo per la più classica delle tentate fregature, come gli annunci falsi, abbastanza semplici da riconoscere con qualche accorgimento.
LEGGI ANCHE >>> Truffa rimborso Enel: attenti a non caderci
LEGGI ANCHE >>> Dopo un esodo consistente, WhatsApp prova a rassicurare i suoi utenti
Il caso in questione, come riferisce Proiezionidiborsa.it, è piuttosto emblematico. Nello specifico, infatti, la vittima non è chi compra ma chi vende. Chiedere informazioni su ciò che si compra è un diritto sacrosanto. Alcuni però lo prendono decisamente alla lettera, sottoponendo il venditore a un vero e proprio terzo grado. Come a dimostrare che, in quanto compratori, si sia anche esperti dell’oggetto in questione, tanto da avanzare richieste specifiche o esprimere particolari pareri.
E questo già è un indizio. In secondo luogo, occhio alla richiesta di risparmiare sulle commissioni attraverso la proposta di un’alternativa più veloce. L’altra strada alla chiusura immediata della transazione (che sarà a questo punto quasi imposta) è quella di lasciar perdere con l’acquisto. A questo punto, potenzialmente convinti dalla pressione psicologica, i venditori potrebbero recarsi all’Atm (come da richiesta) con il proprio bancomat.
Poi, il truffatore applicherà il trucco della prepagata. Ossia, restando al telefono con l’ignaro venditore, lo indurrà a inserire il codice pin del bancomat per accedere alla procedura per le prepagate, per poi applicare, anziché l’addebito, una ricarica. Fingendo più volte di non vedere il pagamento, così che il venditore raggirato ripeta più volte l’operazione. E a questo punto, dopo aver visto le serie di addebiti, sarà anche inutile recarsi in Banca per disconoscere le operazioni. Decisamente una situazione in cui è meglio non incorrere.