Con la crisi di governo in corso sono in molti a chiedersi cosa potrebbe accadere al reddito di cittadinanza nel caso in cui il governo dovesse davvero cadere.
In seguito all’emergenza Covid sono state adottate delle misure restrittive al fine di contrastare la diffusione del virus. Una situazione che ha registrato un notevole impatto non solo dal punto di vista sociale, ma anche economico, con un numero in crescita di famiglie che negli ultimi mesi hanno richiesto il reddito di cittadinanza.
A tal fine bisogna sapere che con la Legge di Bilancio 2021è stato previsto un aumento delle risorse, per un totale di 4 miliardi fino al 2029. La dotazione di 20 miliardi fino al 2022, così come prevista dal decreto n.4/2019 convertito nella legge n.26/2019, quindi, può contare su un importante incremento. Data l’attuale situazione, caratterizzata dalla crisi di governo, però, è inevitabile chiedersi quale potrebbe essere il destino di tale misura nel caso in cui l’esecutivo dovesse effettivamente cadere.
LEGGI ANCHE >>> Reddito di cittadinanza, boom di beneficiari: ecco dove vivono
LEGGI ANCHE >>> Reddito di cittadinanza: più soldi dal 2021 ma non per tutti
Nel caso in cui la crisi di governo dovesse portare all’effettivo crollo dell’esecutivo, si dovrà inevitabilmente fare i conti con le possibili conseguenze. Tra queste ci si chiede se anche il reddito di cittadinanza sia a rischio. Ebbene, bisogna ricordare che il reddito di cittadinanza si presenta come una misura strutturale finanziata su più anni. In particolare, come già detto, è stata garantita con l’ultima Legge di Bilancio una copertura almeno fino al 2029. Questo vuol dire che l’Inps deve in ogni caso assicurare tale sussidio ai soggetti che ne hanno diritto, anche in caso di rinnovo dopo i diciotto mesi.
Una volta fatte queste premesse, resta comunque il dubbio se in seguito alla crisi di governo potrebbe cambiare qualcosa. In tal senso bisogna sapere che per far cadere tale misura, bisogna annullare la legge che ha dato il via a tale sussidio e per fare ciò è possibile percorrere due strade.
Innanzitutto, per cancellare il reddito di cittadinanza, il governo può decidere di introdurre una nuova normativa che andrebbe a disciplinare proprio la questione del reddito di cittadinanza. Se tutto questo non bastasse tale iter prevede la fiducia in Parlamento. Uno scenario, quindi, al momento poco plausibile. In alternativa si potrebbe indire un referendum al fine di rimettere la decisione al voto dei cittadini. Anche in questo caso, quindi, si tratta di una eventualità al momento alquanto remota.
Nel caso in cui si andasse al voto, invece, il futuro del reddito di cittadinanza potrebbe essere da riscrivere, ma solamente nel caso in cui il nuovo esecutivo decidesse di apportare delle novità legislative. Questo vuol dire che il reddito di cittadinanza non può essere revocato in automatico in caso di caduta del governo. Una volta garantito un diritto ai cittadini, d’altronde, risulta particolarmente difficile poterlo togliere.