La giusta causa può giustificare il licenziamento di una lavoratrice in gravidanza

In Italia, ci sono dei casi in cui il licenziamento è vietato. Quello che ci domandiamo oggi è se la giusta causa giustifica il licenziamento di una lavoratrice in stato interessante.

licenziamento donna in gravidanza

Il nostro ordinamento riconosce il licenziamento per giusta causa, pertanto, licenziare non è una libertà assoluta del datore di lavoro a una soluzione estrema a fatti che impediscono il sereno svolgimento del rapporto di lavoro.

Un tempo era consuetudine licenziare la dipendente in gravidanza mentre, oggi, sono previste delle tutele importanti proprio per questa categoria di lavoratrici.

Ci sono dei casi in cui vige il divieto di licenziamento primo fra tutti quello della lavoratrice in gravidanza. Si tratta di una norma imperativa, in cui non sono previste eccezione e in caso di violazione il licenziamento è nullo.

Questo, però, non è del tutto vero perché ci sono delle situazione in cui il licenziamento di una donna in gravidanza è legittimo. Vediamo in quali casi.

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Licenziamento di lavoratrice in gravidanza: quando

Una delle cause che possono portare a licenziara una donna nonostante lo stato di gravidanza, si ha quando la condotta tenuta dalla stessa integra la colpa grave.

In questo caso, la lavoratrice non viene licenziata in quanto per il suo stato interessante ma perché, nonostante la gravidanza, ha assunto un comportamento contrario agli interessi aziendali collettivi.

Un’altra causa di licenziamento, della lavoratrice in gravidanza, si ha per cessazione dell’attività dell’azienda.

Una particolarità della tutela della lavoratrice in gravidanza riguarda la possibilità di estendere la tutela al padre, questo accade se il padre ha usufruito del congedo di maternità per decesso della moglie o per gravi condizioni di salute della stessa.

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