Scoperto un altro furbetto del reddito di cittadinanza. Nonostante avesse vinto ben 2 milioni di euro al gioco, infatti, un uomo ha continuato a percepire il sussidio. Ecco cosa è successo.
A causa dell’emergenza Covid il governo ha adottato una serie di misure restrittive volte a contrastare la diffusione del virus. Una situazione che ha registrato un notevole impatto non solo dal punto di vista sociale, ma anche economico.
Numerosi, purtroppo, le famiglie e le imprese che si ritrovano a dover far i conti con un periodo di crisi, con le ultime classifiche che evidenziano anche un aumento della povertà nelle grandi città e il conseguente incremento delle richieste dei redditi di cittadinanza. Proprio per questo motivo ha destato particolare clamore una storia proveniente da Rimini, riguardante la scoperta di un furbetto proprio del reddito di cittadinanza. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa è successo.
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La Guardia di Finanza di Rimini ha di recente denunciato un furbetto del reddito di cittadinanza. Il soggetto in questione, infatti, aveva vinto oltre 2 milioni di euro al gioco online, ma continuava a percepire il sussidio. Per l’Inps il riminese risulta disoccupato, ma attraverso alcuni accertamenti sono state rilevate delle vincite ai giochi online, nel periodo 2017-2020, per cifre superiori a ben 2 milioni di euro.
Il beneficiario del reddito di cittadinanza è anche risultato titolare di vari conti gioco usati con assiduità per giocare a poker, scommesse sportive, ma anche bingo e tombola. Proprio grazie a questi giochi è riuscito ad aggiudicarsi 2 milioni di euro. Una cifra senz’ombra di dubbio enorme, che non ha provveduto a dichiarare per il calcolo dell’ISEE. In questo modo ha anche ricevuto un sussidio di 15 mila euro. A tal proposito, infatti, è bene ricordare che i percettori di reddito di cittadinanza, in caso di vincite, devono comunicarle entro quindici giorni dall’acquisizione. L’uomo, pertanto, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Rimini, per aver percepito in modo indebito erogazioni ai danni dello Stato e dell’Inps.