L’ennesima morte per Covid derivante da un carcere, stavolta i sindacalisti sbottano e protestano contro l’accaduto
Sono tantissimi, dall’inizio della pandemia ad oggi, i morti per Covid in Italia. Un decesso però su tutti, ha smosso i sindacati, fino a spingerli in una protesta.
Ma perché mai, vi chiederete. Non si tratta di un morto “migliore” degli altri. Tutti hanno diritto di pensare che il Paese abbia più o meno colpe, ma questa in particolare è una morte che ha fatto riflettere. Vediamo perché.
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Come mai la morte dell’ispettore per Covid ha fatto tanto rumore
Un ispettore della polizia penitenziaria è morto all’età di 59 anni a Lanciano, l’uomo, era di origini pugliesi e per la precisione lavorava presso la Casa Circondariale di Lanciano. Vicinanza e cordoglio, arrivano in questo caso da tantissimi voci dei sindacati, quali Sappe, Osapp, Uil Pa, Uspp, Fns Cisl e Fp Cgil.
Ai sindacalisti non è andata giù questa storia, non in particolare, ma forse, congiunta ad altre simili, ha fatto scoppiare un caso. I sindacalisti di fatto, parlano di “Una strage silenziosa ed amara che continua a piegare il nostro Paese e preoccupa tanto gli Istituti Penitenziari, vista l’escalation di contagi accertati all’interno delle carceri“.
La nota, redatta per dare voce alla protesta si rifà anche ad espisodi già accaduti, ed alla presunta poca attenzione rivolta loro dallo Stato. Furono proprio i sindacati infatti, in data 4 gennaio ad indire lo stato di agitazione, chiedendo delle attività preventive che a quanto pare tardano ad arrivare, visti appunto gli episodi similari, di Sulmona e Lanciano.