Sul luogo di lavoro ti senti vittima di molestie morali e di atteggiamenti offensivi e denigratori? Come puoi difenderti?
Spesso sul luogo di lavoro, il lavoratore dipendente è vittima di condotte persecutorie, molestie e mobbing. Se stai vivendo questa situazione, probabilmente ti chiederai come denunciare questo tipo di comportamenti.
Con il termine molestia morale sul lavoro si intende qualunque condotta impropria che si manifesta attraverso azioni od omissioni, potenzialmente in grado di offendere la persona in quanto tale, di metterne in pericolo l’impiego e di degradare il clima lavorativo.
Il mobbing è molto diffuso, e letteralmente significa to mob (assaltare).
Gli insulti, le derisioni, lo svilimento professionale, attacchi verbali e fisici ma anche l’assegnazione di mansioni inferiori, sono tutti segnali di mobbing. L’obbiettivo finale è isolare il dipendente e spingerlo a licenziarsi.
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Molestie sul lavoro e mobbing: come difendersi denunciando
Il lavoratore vittima di molestia morale sul lavoro si chiede come può difendersi.
Nel nostro ordinamento esiste il reato di molestia e prevede l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516.
Il lavoratore vessato, dunque, potrà denunciare gli autori della molestia morale presso il commissariato di Polizia oppure alla stazione dei Carabinieri.
La vittima, inoltre, potrà anche chiedere il risarcimento del danno. L’esposizione continuativa ad un clima ostile e alle molestie morali, infatti, può determinare un danno biologico risarcibile.
Stare a lungo in una situazione di costante stress può provocare patologie psicologiche e fisiche, le quali possono condurre ad una lesione permanente e questo potrà essere vagliato con una perizia medico legale.
Sulla base della percentuale di danno riscontrata, il dipendente potrà chiedere al datore di lavoro il risarcimento del danno biologico subìto.