Patrimoniale, azione volontaria o prelievo forzoso dal conto, quale di questi scenari è possibile per superare la crisi?
La terribile emergenza sanitaria lascerà una pesante eredità di crisi economica da affrontare, e lo spettro è che questa crisi si affronterà mettendo mano nel portafogli degli italiani stessi.
Ecco che si torna a parlare di patrimoniale o di prelievo forzoso sul conto. Anche se c’è una terza via più serena che viene paventata e che magari potrebbe essere attuata.
Molti sono d’accordo con la Patrimoniale, come per esempio Pierferdinando Casini, il quale ad Agorà, ha affermato di essere “d’accordo sul fatto che chi più ha, più deve dare”.
Anche la senatrice 5 Stelle Paola Nugnes, sulle pagine dell’Huffington Post, si è detta favorevole a una patrimoniale. Il principio è sempre lo stesso: chi più ha, più deve dare.
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La patrimoniale è una delle tasse più impopolari mai esistite. Ma non è la sola.
Un altro modo statale per trovare i soldi, odioso forse più della patrimoniale è il prelievo forzoso. Esattamente come fece Amato nel 1992.
Solo il pensiero che qualcuno prelevi forzatamente una somma dal nostro conto corrente da un giorno all’altro, ci mette i brividi. Anche se qualcuno potrebbe pensarla come un’arma necessaria ad affrontare la crisi.
Eppure c’è uno scenario migliore e più sereno, che è quello ipotizzato dal viceministro dell’Economia Pier Paolo Baretta, che ha smentito la possibilità sia della patrimoniale, sia del prelievo forzoso.
“L’idea è quella di una mobilitazione di massa dell’intero Paese, ma in forme assolutamente volontarie. Proveremo ad attrarre il risparmio in canali d’investimento virtuosi e con garanzie rafforzate”, ha detto il viceministro.
Chissà se accadrà davvero. Staremo a vedere.