Collezionisti o no, possedere determinati oggetti è forse il sogno di tutti. Visti i prezzi, però, il più delle volte ci si accontenta di curiosare.
Se fosse riuscita a tramandare solo una piccola parte del suo contenuto, l’antica Biblioteca di Alessandria d’Egitto sarebbe stata probabilmente il patrimonio culturale più importante per l’umanità. Al giorno d’oggi, quei volumen (i rotoli di pergamena che vi erano conservati) probabilmente sarebbero inestimabili per valore. Solo pochi giorni fa, infatti, avevamo visto come alcune particolari edizioni della saga di Harry Potter possano valere una fortuna. Figurarsi manoscritti antichi, testimoni diretti di un’epoca storica in cui la conoscenza era per la prima volta messa a disposizione di tutti.
Ed ecco che, per restare ai giorni d’oggi, subentra qualcosa per cui determinate persone sono disposte a spendere cifre impensabili. Il collezionismo non risparmia nulla. Francobolli rari, vecchie riviste. E certo, anche libri e documenti. Rarissimi e preziosi.
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Ce ne sono di costosissimi, protagonisti di aste che, in breve, diventano roba da milionari. Basti pensare che nella top ten dei libri più pagati, si trovano volumi come la Bibbia di Gutenberg, da 4,6 milioni di euro, o il First Folio di William Shakespeare, a 5,6 milioni. E sono fra i più “economici”. Testi inavvicinabili, come la Magna Charta britannica, arrivano a 20 milioni e oltre (passata di mano nel 2007). Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci viene considerato il più costoso, sfiorando i 30 milioni.
Vero, queste opere non hanno prezzo. Per chi ha le possibilità di metterci denaro sopra, però, le aste diventano davvero terra di nababbi. Basti pensare che la Magna Charta, il cui testo originale risale al 1215 (con ultima versione redatta nel 1297) e rappresenta uno dei documenti più importanti della storia, è passata di mano (una copia naturalmente) per la prima volta nel 1984. All’epoca, il miliardario Ross Perot lo acquistò per 1,5 milioni di dollari da una nobile famiglia britannica, che possedeva la copia da oltre cinque secoli.
Per non parlare del Codice Leicester. E’ l’unico codice leonardesco che appartiene a un privato. A chi? A Bill Gates, da decenni fra i paperoni del pianeta, che lo acquistò nel 1994 per circa 30 milioni di dollari.