Con il nuovo anno e la nuova Finanziaria, i pensionati che hanno richiesto la quiescenza nei mesi scorsi, corrono il rischio di perdere definitivamente un’intera mensilità
Con la nuova finanziaria c’è il rischio che i pensionati che hanno chiesto la quiescenza di alcuni mesi, perdano un’intera mensilità, in più l’andamento dell’inflazione quinquennale comporta la possibilità di una riduzione dell’assegno mensile.
Ecco in arrivo, dunque, un’altra doccia fredda per i pensionati con cedolino INPS. Con una comunicazione datata 5 gennaio, l’Istituto ha determinato l’importo della perequazione calcolata sul 2020 e le rate delle trattenute fiscali 2021.
Vediamo cosa spetta e cosa non spetta ai pensionati.
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L’INPS ha confermato che, a causa delle rilevazioni negative effettuate dall’ISTAT sui prezzi medi per le famiglie, le pensioni non avranno alcun aumento.
Di solito l’ente pensionistico, periodicamente adegua l’importo dei trattamenti economici al costo della vita rilevato dall’Istat. Per il 2020, invece, l’aumento dello 0,5% annunciato 12 mesi fa comporterà un conguaglio da perequazione dello 0,1%.
Insomma i pensionati non riscontreranno alcun nuovo aumento.
Invece le scadenze tributarie che interesseranno le pensioni saranno ben undici! Tra rate mensili relative agli adempimenti IRPEF e le addizionali locali.
E per quanto riguardala riscossione degli importi non dovuti? Per i beneficiari di prestazioni collegate alla Gestione Pubblica, l’Ente previdenziale provvederà a recuperare eventuali somme non dovute versate in passato.
Gli interessati hanno già ricevuto una raccomandata sull’importo erroneamente accreditato. Presto, l’INPS effettuerà le trattenute a compensazione degli errori di calcolo.
Ricordiamo che la Circolare 148/2020 ha previsto anche per il mese di febbraio l’anticipo del saldo delle pensioni pagate agli sportelli.