In molti dovranno fare i conti, in questi giorni, con l’arrivo della tanto temuta busta verde. Ecco come e quando è possibile fare il ricorso.
Se avete multe o tasse non pagate nel corso degli ultimi cinque anni, molto probabilmente dovrete fare i conti, in questi giorni, con la ricezione della busta verde dell’Agenzia delle Entrate per la riscossione. La notifica della busta verde, ricordiamo, è una raccomandata per atti giudiziari. L’Agenzia delle Entrate, infatti, è tornata a chiederne la riscossione a partire dal 31 dicembre 2020.
È terminato d’altronde il periodo di sospensione delle cartelle, così come previsto al fine di venire in contro alle esigenze dei soggetti che si ritrovano a vivere dei momenti di difficoltà in seguito all’impatto negativo del Covid. Eccetto ulteriori rinvii, quindi, a breve potrebbero essere in molti a dover fare i conti con l’ormai nota busta verde. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo come fare per fare saldo, stralcio e pagamenti agevolati.
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Busta verde in arrivo per multe e tasse non pagate: alcune informazioni utili
In base agli ultimi dati, si prevede una vera e propria pioggia di accertamenti: 35 milioni di richieste di pagamento per insoluti 2020 e altri 15 milioni circa per quelli che si andranno a sommare nel 2021. Un accumulo di notifiche che potrebbe portare ad un intasamento di ricorsi contro l’Agenzia delle Entrate.
In alcuni casi, infatti, è possibile procedere con il ricorso, a patto che si conosca il giusto procedimento da seguire. Non tutte le multe, d’altronde, sono regolamentari. Spesso, infatti, capita che il ritrovamento della busta verde nella cassetta delle lettere sia solamente il frutto di un grave errore. È anche possibile che la multa presenti un errore in merito all’indicazione del modello o alla norma violata del Codice Stradale. Si può contestare una multa anche se all’automobilista arriva una doppia notifica per una stessa infrazione, oppure se il verbale arrivi al vecchio proprietario anziché a quello nuovo.
Come fare il ricorso per multe e tributi
Per contestare una multa presentando il ricorso al Prefetto bisogna recarsi presso il comando di Polizia Municipale o presso la Prefettura del capoluogo provinciale della zona in cui è avvenuta l’infrazione. Nel caso in cui questo non sia possibile, è possibile mandare alla Prefettura una raccomandata con ricevuta di ritorno.
In caso di ricorso all’Agenzia delle Entrate, invece, è possibile rivolgersi alla Commissione tributaria provinciale per chiederne l’annullamento totale o parziale. In presenza di controversie di valore non superiore a 20 mila euro (non superiore a 50 mila euro per gli atti impugnabili notificati a decorrere dal 1º gennaio 2018, il ricorso produce gli effetti del reclamo. In quest’ultimo caso può contenere anche una proposta di mediazione, ovvero di rideterminazione degli importi dovuti.