Un gruppo di oltre 225 tra ingegneri e altri dipendenti di Google ha annunciato la nascita di un sindacato dei lavoratori.
Si tratta del primo sindacato organizzato dei lavoratori in tutta la Silicon Valley, che dalla sua nascita è sempre stata poco propensa alle associazioni di lavoratori all’interno delle aziende della tecnologia.
In realtà la creazione di un sindacato è abbastanza inusuale un po’ in tutto il settore high-tech americano, composto principalmente da figure dirigenziali e impiegati, i cosiddetti white-collar workers.
La resistenza delle aziende però questa volta non è bastata e i lavoratori di Google si sono autonomamente organizzati in un’associazione a causa delle loro inascoltate ma crescenti richieste riguardo le revisioni di alcune questioni relative a retribuzioni, molestie ed eticità dell’azienda di Mountain View.
Molto probabilmente questa organizzazione sindacale non è vista di buon occhio dalla dirigenza, storicamente poco abituata a forme di organizzazioni dei lavoratori.
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Alphabet Workers Union è il nome del nascente sindacato, che prende il nome dalla società madre di Google, ovvero Alphabet. E come ha rivelato il New York Times l’organizzazione è rimasta segreta per quasi un anno, per venire allo scoperto solo di recente.
Solamente il mese scorso infatti c’è stata l’elezione dei leader sindacali e l’affiliazione del gruppo a un sindacato esistente sia in USA che in Canada e che si occupa di tutelare i diritti dei lavoratori del settore delle telecomunicazioni (Communications Workers of America).
L’Alphabet Worker Union è però ancora un sindacato di minoranza, in quanto solo una piccola parte dei 260.000 dipendenti e collaboratori di Google si sono iscritti.
Per ora le finalità principali dell’organizzazione sindacale appena nata non sembrano essere quelle di avere un ruolo attivo nelle contrattazioni sui salari e sulle buste paga dei lavoratori. Nessuno dei 225 iscritti al momento punta a un contratto collettivo per i dipendenti del colosso tech. Si tratta piuttosto di uno sforzo per mantenere vivo l’attivismo dei dipendenti di Google.