Nel 2022, il governo svedese potrebbe decidere di adottare l’e-corona. Un progetto in piedi da tempo e che mira ad arrivare a tutti. Anziani compresi.
Se l’Australia cambia l’inno, la Svezia cambia routine monetaria. Non subito ma l’anno che verrà. Sì, il rinnovamento del conio in uso nelle terre di re Carlo Gustavo XVI avverrà nel 2022 ma se ne parla già ora, all’alba del 2021. Per la Svezia, sarà infatti un anno decisivo: se nel corso del 2021 lo studio in corso andrà come deve andare, il prossimo vedrà un passaggio storico alla valuta digitale. La e-corona, tanto per ricordarci che vita e digitale sono ormai due concetti che vanno sempre di più a braccetto.
Il problema principale da risolvere, naturalmente, è l’accessibilità. Perché non tutti sono nati durante l’era di internet e non tutti (soprattutto i più anziani) hanno avuto tempo e voglia di calarcisi appieno. Quindi, il nuovo sistema dovrà arrivare anche a loro e dovrà farlo in modo semplice.
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L’idea è questa: rinunciare progressivamente all’uso del denaro tradizionale (quindi monete e banconote) per far posto all’introduzione della corona elettronica, creata sulla base blockchain che sta già sostenendo, fra le altre, valute come Bitcoin. Questo consentirebbe di proseguire su quella strada della criptovaluta di Stato di cui la Svezia si è fatta in passato portabandiera. Del resto, a differenza delle crypto tradizionali, la e-corona sarebbe controllata dal Ministero delle Finanze. Risultando quindi più sicura.
In teoria almeno, visto che il progetto è in piedi da un po’ e che la lungaggine è dovuta proprio a rendere il sistema sicuro al 100%. A favorirlo, potrebbe essere la tendenza degli svedesi che, già negli ultimi due anni, hanno sensibilmente ridotto il numero delle transazioni con denaro contante. Arrivate ora attorno al 12% nel 2019 dal 56,3% del 2001. In più, il Covid-19 ha favorito enormemente il ricorso alle transazioni con carta, oltre a incrementare la tendenza mondiale a ricorrere alle cryptovalute.
Per la Banca centrale svedese è un progetto realizzabile, a patto che il via libera arrivi prima a livello politico. La fase di sperimentazione sarà contemporanea a quella di messa a punto. Nel 2022 si saprà se l’e-corona avrà futuro e, soprattutto, se sarà d’ispirazione per gli altri Paesi.