Il Governo, con la manovra di bilancio, ha prorogato la fiscalità di vantaggio per il Sud, fino al 2029
Il Governo ha prorogato la fiscalità di vantaggio per il Sud fino al 2029. La fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, cioè la decontribuzione del 30% per i lavoratori impiegati nelle regioni del Sud, previsto inizialmente per tre mesi, dal 1° ottobre alla fine dell’anno, diventerà strutturale.
Una misura, dunque, strutturale e pluriennale, ma con intensità decrescente al 20% nel biennio 2026-27 e al 10% negli anni 2028 e 2029.
La misura prevede uno sgravio del 30% sui contributi pensionistici per le aziende con sede nelle otto Regioni meno sviluppate: Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
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Manovra: prorogata la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno fino al 2029
L’obiettivo è permettere al Sud di superare la crisi, visto che il Mezzogiorno non ha ancora recuperato quanto perso durante la recessione della crisi del 2008.
Il Mezzogiorno, senza un intervento straordinario, rischierebbe di uscire dalla fase di emergenza con una “jobless recovery”, una ripresa senza occupazione che non permetterebbe una ripresa dello sviluppo, come sostiene il Ministro per il Sud e la Coesione, Giuseppe Provenzano.
Quindi ci sarà una decontribuzione del 30% dal 2021 al 2025; negli anni 2026 e 2027, invece, lo sgravio scende al 20% dei contributi previdenziali, mentre nel biennio 2028-2029 l’esonero contributivo si riduce al 10%.
Il Governo ha stimato per la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno un fabbisogno di oltre 40 miliardi di euro, che coprirà sfruttando anche i fondi strutturali europei 2021-28 e le risorse di REACT-EU, nell’ambito del pacchetto Next Generation EU.
Questo non convince molto Bruxelles ed è per questo che il Parlamento italiano ha inserito un emendamento che prevede una riduzione degli oneri derivanti dall’agevolazione contributiva per l’occupazione nel mezzogiorno a carico del Fondo di rotazione per l’attuazione del Next Generation EU-Italia.