L’ EBA, European Banking Authority, ha introdotto delle nuove regole stringenti per la definizione di default. Ecco cosa cambierà per i titolari di un conto corrente che va in rosso.
L’EBA, introduve una nuova definizione di default. Questa riguarda in particolare i «requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento», ex art. 178 del Reg. UE n. 575/2013, e riguarda il modo in cui «gli enti creditizi e le imprese di investimento» valutano i loro clienti «a titolo prudenziale».
In sostanza: l’EBA stabilisce i criteri secondo cui un debito può essere valutato come un credito non recuperabile e che, quindi, il cliente deve essere definito come in default.
Il debitore è in default se in arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di «un’obbligazione rilevante» e se la banca giudica improbabile che il debitore possa pagare il suo debito.
Con questa dichiarazione di default la banca può a procedere alla segnalazione del cliente alla Centrale dei Rischi (CR), gestita dalla Banca d’Italia, che è un archivio di informazioni sui debiti di famiglie e imprese nei confronti del sistema bancario e finanziario.
Le regole dell’EBA stabiliscono, inoltre, che non sarà più possibile compensare il debito scaduto con altre linee di credito.
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Conto corrente in rosso: cosa dice la Banca d’Italia
Il 28 dicembre la Banca d’Italia chiariva che i nuovi criteri riguardano «esclusivamente il modo con cui le banche e gli intermediari finanziari devono classificare i clienti a fini prudenziali, ossia ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali minimi obbligatori per le banche e gli intermediari finanziari».
Bankitalia è però chiarissima nello spiegare che la nuova normativa sulla definizione del default «non introduce un divieto a consentire sconfinamenti», cioè alla possibilità di “andare in rosso”.
Banca d’Italia ha una comunicazione alle banche in cui le invita ad «adoperarsi per assicurare la piena consapevolezza da parte dei clienti sull’entrata in vigore delle nuove regole e sulle conseguenze che possono produrre sulle dinamiche dei rapporti contrattuali».
Banca d’Italia invita le banche a porre particolare attenzione «alla sensibilizzazione dei soggetti che potrebbero presentare un maggior rischio di classificazione in default in seguito all’entrata in vigore della nuova definizione (…) di prendere contatto con la clientela per valutare le soluzioni più opportune per prevenire la riclassificazione delle esposizioni».