I carabinieri della Compagnia di Catanzaro hanno denunciato 156 persone, che avrebbero dichiarato informazioni false per ottenere i buoni Covid.
Ieri era accaduto con il Reddito di cittadinanza. Oggi la notizia rimbalza sui buoni Covid-19. Ma la sostanza resta la stessa: dichiararsi poveri e ottenere il diritto a dei bonus. Salvo poi, a un’indagine più approfondita, scoprire che quel diritto non lo avevano affatto. Stavolta accade nella provincia di Catanzaro, dove un’indagine a tappeto dei Carabinieri della Compagnia di Catanzaro ha portato alla luce numerose dichiarazioni false, che avevano consentito a 156 persone di beneficiare di bonus che non gli sarebbero spettati.
L’indagine è stata svolta in collaborazione con i militari delle stazioni di Gimigliano, Squillace, Borgia e Tiriolo. Al termine dell’inchiesta, è scattata la denuncia per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
LEGGI ANCHE >>> Lo dice il giurista: “Chi rifiuta il vaccino deve essere licenziato”
LEGGI ANCHE >>> Il trucchetto del contatore: ecco come pagare bollette meno salate
Nell’ambito dell’operazione, denominata non a caso Mala Emptio, sono emerse numerose violazioni, specialmente legate al bonus alimentare previsto per quelle famiglie in forte condizione di emergenza. I carabinieri hanno accertato che i cittadini in questione avrebbero fatto richiesta degli strumenti di sostegno sottoponendo false attestazioni sulle loro condizioni economiche. Arrivando così a percepire i fondi illecitamente.
L’indagine è stata condotta fra aprile e giugno 2020, coprendo quindi tutto il periodo del lockdown. In particolare, fari puntati sul periodo successivo all’emissione degli aiuti straordinari per il periodo di emergenza sanitaria. Nello specifico, proprio i buoni spesa Covid-19, erogati direttamente dai Comuni alle famiglie bisognose. E, per questo, ognuno con requisiti precisi da rispettare. Stando a quanto appurato, le persone in questione avrebbero fornito informazioni non veritiere, di fatto inducendo l’amministrazione in errore.
Fra le false informazioni fornite, in particolare la residenza e i componenti del nucleo familiare. Ma anche l’omessa o falsa indicazione di ricevere, nello stesso periodo, altri sussidi sociali, quali indennità di disoccupazione, pensioni di invalidità, l’indennità di maternità e lo stesso reddito di cittadinanza. Ora, i denunciati rischiano una stangata: si profilerebbe, infatti, il rischio di una sanzione amministrativa fra i 5.164 e i 25.822 euro.