Importanti novità per il 2021. Il prossimo anno, infatti, sarà possibile andare in pensione in presenza di determinati requisiti. Ecco in quali casi.
Anche nel 2021, ovviamente, sarà possibile andare in pensione, purché si rispettino determinati requisiti. In particolare le principali novità riguardano la proroga dell’anticipo pensionistico ed il part-time verticale. Da non dimenticare poi opzione Donna, il meccanismo che ormai da alcuni anni consente alle lavoratrici di lasciare anticipatamente il mondo del lavoro in presenza di determinate condizioni.
Il 2021, sottolineiamo, non vedrà significativi interventi per quanto riguarda le pensioni. Per tutti gli iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria, infatti, sarà possibile andare in pensione prendendo in considerazione i requisiti vigenti fino al 31 dicembre del 2020. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo in quali casi è possibile ottenere la pensione nel 2021 e le novità previste.
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Andare in pensione nel 2021: casistiche e requisiti
Anche nel 2021 sarà possibile andare in pensione attraverso tre vie, ovvero la pensione anticipata, quella di vecchiaia o quota 100. È possibile accedere alla pensione anticipata nel caso in cui il soggetto interessato abbia maturato 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Per la pensione di vecchiaia bisogna avere 67 anni di età ed almeno 20 anni di contributi. Per quanto riguarda quota 100, invece, bisogna avere 62 anni di età e 38 anni di contributi.
Ma non solo, grazie alla Legge di bilancio 2021 è stata rinnovata di un anno la cosiddetta Opzione Donna, meccanismo che consente alle lavoratrici dipendenti e autonome di lasciare anticipatamente il mondo del lavoro, a patto di aver maturato 35 anni di contributi. Un’altra importante novità della Legge di Bilancio è rappresentata dalla proroga dell’anticipo pensionistico sociale per tutto il 2021 alle condizioni già conosciute, ovvero 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi a seconda del profilo di tutela.
Per finire, ricordiamo, dal 2021 anche i lavoratori dipendenti del settore privato in regime di part-time verticale avranno diritto all’accredito di 52 settimane contributive ai fini del raggiungimento del diritto pensionistico, a condizione che la loro retribuzione sia pari o superiore a 10.724 euro.