Un imprenditore marchigiano è stato rinviato a giudizio per una presunta truffa nei confronti della figlia della compagna defunta
Una questione spinosa e ingarbugliata che qualora dovesse rivelarsi veritiera sarebbe a dir poco disgustosa ed agghiacciante. Corrado Raimundo un commerciante del maceratese di 60 anni è finito sotto accusa per una presunta truffa ai danni della figlia della compagna scomparsa nel 2017.
La donna aveva lasciato alla figlia un’eredità importante, circa 365mila euro. L’uomo probabilmente ingolosito dalla lauta cifra ha proposto alla ragazza (ai tempi aveva appena compiuto 18 anni) di aprire un conto cointestato per utilizzare più facilmente il denaro per le esigenze familiari.
A questo ha fatto seguito l’apertura di un altro conto intestato ad entrambi aperto in una banca di San Marino dove sono stati trasferiti 250mila euro. Fino qui non ci sono particolari incongruenze. Sono i prelievi dell’imprenditore a far precipitare la situazione, che si è impossessato di circa la metà di ciò che era stato versato su entrambi i conti. A lui spettavano 25mila euro e in questo modo l’accusa ha riscontrato un guadagno di 147mila euro.
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Truffa figlia compagna deceduta: rinvio a giudizio
Per effetto di ciò la ragazza si è costituita parte civile e ha scelto di farsi difendere dall’avvocato Luciano Mancinelli. L’imputato invece si è avvalso del legale Paolo Sfrappini e tramite lui ha dichiarato di aver utilizzato i soldi prelevati per il mantenimento della famiglia. Per avvalorare questa tesi hanno fatto leva che sul conto corrente di San Marino ci sono anche soldi e titoli esclusivamente di sua proprietà.
Un quadro che al momento merita un maggior approfondimento visto che sono molti gli elementi che destano perplessità. Il processo per chiarire definitivamente la vicenda si aprirà il 17 marzo 2022 presso il Tribunale di Macerata.