Tra le violazioni che il Garante per la Privacy contesta a Tik Tok c’è la scarsa attenzione alla tutela dei minori e la poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un procedimento contro il social network Tik Tok contestando una “scarsa attenzione alla tutela dei minori, divieto di iscrizione ai più piccoli facilmente aggirabile, poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti, impostazioni predefinite non rispettose della privacy”.
Sulle problematiche riscontate sul social, utilizzato soprattutto da giovanissimi che consente di creare, condividere e commentare brevi video, è in corso un’attività nell’ambito del Comitato che riunisce le Autorità europee, il Garante però ha avvertito l’urgenza di aprire comunque un procedimento formale nei confronti del social network a tutela dei minori italiani.
L’istruttoria in corso da marzo “ha messo in luce infatti una serie di trattamenti di dati effettuati dal social network che appaiono non conformi al nuovo quadro normativo in materia di protezione dei dati personali”. Si contesta innanzitutto che le modalità di iscrizione al social network non tutelino adeguatamente i minori. Il divieto di iscrizione al di sotto dei 13 anni, stabilito dal social network, risulta infatti “facilmente aggirabile” una volta che si utilizzi una data di nascita falsa.
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Garante Privacy su Tik Tok:”Non impedisce ai più piccoli di iscriversi”
Secondo il Garante, il social network quindi “non impedisce ai più piccoli di iscriversi né verifica che vengano rispettate le norme sulla privacy italiane, le quali prevedono per l’iscrizione ai social network il consenso autorizzato dei genitori o di chi ha la responsabilità genitoriale del minore che non abbia compiuto 14 anni”.
L’informativa rilasciata agli utenti, sottolinea inoltre il Garante, è standardizzata e non prende in specifica considerazione la situazione dei minori, mentre sarebbe necessario creare una apposita sezione dedicata ai più piccoli, scritta con un linguaggio più semplice e con meccanismi di alert che segnalino i rischi ai quali si espongono.
Infine, il Garante contesta la circostanza secondo cui viene preimpostato il profilo dell’utente come “pubblico”, consentendo la massima visibilità ai contenuti in esso pubblicati.