Drammatico lutto nel mondo della moda che piange la scomparsa dell’indimenticabile imprenditore, nipote del fondatore di uno storico marchio.
Lutto nel mondo della moda che piange la scomparsa di uno degli imprenditori più apprezzati e conosciuti del settore. All’età di 92 anni si è spento Giorgio Gucci, nipote di Guccio Gucci, fondatore del marchio fiorentino nel 1921. Primogenito di Aldo e Olwen Gucci, faceva parte della terza generazione della famiglia e aveva contribuito ad espandere il noto marchio nel mondo.
A dare la triste notizia della scomparsa la famiglia stessa attraverso una nota inviata alla stampa. Ricco di passioni, come ad esempio quella per i cavalli e l’arte, aveva iniziato a lavorare fin da giovane a Roma presso il famoso negozio di via Condotti, fondato dal padre Aldo. Proprio quest’ultimo, infatti, lo ha introdotto alla vita imprenditoriale di famiglia. Dopo averlo arruolato tra i dipendenti del negozio, ha iniziato ad occuparsi delle strategie imprenditoriali della Maison fiorentina. I funerali si svolgeranno dopo il rientro della bara in Italia.
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Uno dei cinque nipoti del celebre ed indimenticato Guccio Gucci, Giorgio Gucci si è spento all’età di 92 anni. La sua famiglia ha voluto ricordare il compianto imprenditore, classe 1928, attraverso parole particolarmente significative, soffermandosi sulle sue passioni ed elogiandolo come uomo.
“È stato uno dei fautori della memorabile espansione della casa di moda fiorentina, amato da tutti come un uomo integerrimo e dallo spirito creativo, sostenitore di una casata che ha portato il vessillo della moda e dello stile Italiano all’estero“, si legge nella nota inviata dalla famiglia alla stampa. “Viaggiatore instancabile e integro padre di famiglia“, i familiari ricordano come l’uomo fosse ricco di passioni, tra cui l’amore per i cavalli. Grande appassionato di arte, era anche impegnato nella ricerca e nella promozione di artisti di ogni genere, con una particolare attenzione al mondo della pittura. “Da buon collezionista d’arte aveva una sensibilità verso l’effimero che riversava nel gusto artistico delle collezioni Gucci durante gli anni in cui era ai vertici dell’azienda“.