Sindacati in subbuglio, Alitalia non vuole chiudere, ma quanti dipendenti è disposta a lasciare a casa per il bene della società?
Alitalia-ITA, il nuovo progetto vicino all’avvio, non senza polemiche. Il lancio, previsto per aprile 2021, inizieranno a partire di nuovo i voli, ma con una flotta a dir poco ridotta. La nuova Alitalia-Ita, vorrebbe infatti partire da 5.200 dipendenti totali e 52 aerei.
In pratica è più che ridotto della metà il parco dipendenti, al momento ne sono 10.500. La società però annuncia che l’altra metà “sarà nella vecchia compagnia in amministrazione straordinaria“.
Già si muovono i sindacati, che hanno parlato di una realtà assurda, dicendo che definirla: “Inaccettabile è riduttivo”.
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Atteso il via di Alitalia con la metà dei dipendenti
Quindi la compagnia di bandiera italiana ripartirebbe da un massimo di 5.500 unità, si parla di una realtà molto contenuta, ed è il minimo, visto che a somme tirate, si parla del 50% di dipendenti tagliati. Queste cifre però, potrebbero cambiare, ecco lo spiraglio di luce: le cose potrebbero migliorare con una crescita degli aerei, prevista per il prossimo quinquennio, 2021-2026.
Nuove tratte, nuovi voli e quindi necessità di nuovi lavoratori, ma ci vorrà tempo. Si fa portavoce dei vertici Newco, l’ad Fabio Lazzerini, che ha affermato: “Gli obiettivi Ita al 2025 prevedono 3,4 miliardi di ricavi, 93 rotte, un ebit del 7%, 80 aerei di nuova generazione e 9.500 dipendenti“.
Parole che per ora restano però tali, ai sindacati interessa cosa succede al giorno d’oggi e continuano a far sentire la propria voce, tramite Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl. La Federazione nazionale trasporto aereo, ha espresso così il proprio pensiero commentando le notizie arrivate da Alitalia: “Esprimiamo grande preoccupazione per il piano industriale di Ita, eccessivamente riduttivo rispetto alle aspettative e all’impostazione che diversi esponenti del governo hanno ripetutamente sostenuto e garantito nel recente passato”.