Il Pil in calo, settori in sofferenza e ripresa ancora in incognita: l’Eurozona accusa la crisi e chiude in rosso il 2020.
Una nuova variante del virus che spaventa tutti. Tanto per chiudere un’annata infernale, iniziata con i migliori propositi propri degli anni tondi e culminata in una pandemia globale. Uno dei pochi elementi in grado davvero di accomunare tutti. Il pianeta attraversa la medesima crisi, sanitaria certo, ma anche e soprattutto economica. L’effetto collaterale del virus che più spaventa, per la sua portata e i suoi strascichi a lungo termine.
E i timori, legati anche alla variante inglese del Covid-19 (nonostante le prime rassicurazioni sull’efficacia del vaccino), vengono rispecchiati dal trend del Pil dell’Eurozona. Quello complessivo ma, di rimando, anche dei singoli Stati. Un’indicazione su un 2020 che finisce in rosso. E un 2021 che potrebbe iniziare non troppo diversamente.
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A tracciare l’infausto quadro è l’Eurozone Economic Outlook, il dossier congiunto fra tre dei principali istituti di statistica d’Europa (l’Istat italiano, l’Ifo tedesco e il Kof svizzero). E l’andazzo rispecchia in modo estremamente fedele quelli che sono i timori già manifestati a più riprese dalla governatrice della Banca centrale europea, Christine Lagarde: presente incerto, ripresa più simile a una corsa a ostacoli.
Il problema è che il coronavirus ha impedito a quasi tutti i settori di mantenere i propri standard produttivi. In alcuni casi (turismo e indotto correlato) quasi affossando i livelli di rendimento mantenuti fin qui. Senza considerare le altre variabili impazzite, prima fra tutte la Brexit e le tante incognite legate alla relationship fra Londra e Bruxelles. Regno Unito che, nondimeno, è il Paese per ora più colpito dalla nuova variante Covid e, per questo, il più soggetto alle rigide misure di prevenzione. Uno scenario che, con la Brexit in volata, spaventa tutti.
Per restare ai numeri, il report accende un faro su tutta l’Eurozona. Il quarto trimestre 2020 resterà negativo, con Pil al ribasso e tempi di ripresa allungati. In percentuale, il calo viene quantificato al -2,7% negli ultimi tre mesi, in ribasso del 7,3% su scala annuale. Numeri che, se si tiene conto degli ultimi 12 mesi, calano praticamente in tutti gli ambiti: -9% per la produzione industriale, -8% per i consumi privati; -9,5% per gli investimenti fissi lordi. Con tasso di inflazione allo 0,2% nell’anno in corso.
Inevitabile che gli auspici per l’anno che verrà non siano rosei. Da una parte per l’avvertimento di Lagarde sulle imprese che, nonostante le misure, faranno fatica a ripartire. Dall’altra perché, per rimettere in modo l’ingranaggio, servirà parecchio tempo. I primi segnali, per il report, non si vedranno prima di metà del prossimo anno.