Uno strumento semplice ma al quale bisogna prestare attenzione. Non per il certificato in sé ma per le conseguenze in caso di un mancato invio.
Certificato telematico, una novità introdotta da non troppo tempo e che, in qualche modo, continua a destare qualche dubbio. Se non altro legato agli obblighi del dipendente in malattia. Uno di questi è insita nello strumento stesso, in quanto il certificato telematico assume obbligatorietà come assolvimento della comunicazione dello stato di malattia, sia verso l’Inps che verso il datore di lavoro. Qualora non avvenisse, i rischi per i lavoratori sarebbero piuttosto seri.
Il segreto è accertarsi sempre. Di aver seguito la giusta procedura e, soprattutto, che l’inoltro del certificato avvenga in modo corretto. In caso contrario, lo scivolone è dietro l’angolo e anche un diritto assodato, come quello all’assenza per malattia, rischia di avere pericolosi effetti collaterali.
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Il certificato telematico, così come i vecchi, garantisce il diritto del lavoratore all’assenza e, allo stesso tempo, di percepire un’indennità economica sostitutiva. Non procedere nella giusta direzione comporterebbe conseguenze per il dipendente. Innanzitutto non va dimenticato che la comunicazione della malattia va fatta immediatamente, ma questo è più un obbligo etico che amministrativo.
Fondamentale è effettuare tutti i passaggi. Dal medico prima di tutto, che riconosce i giorni di malattia (quindi la sospensione dell’attività lavorativa) e che, naturalmente, provvederà all’invio degli stessi (assieme a tutti i dati) all’ente previdenziale. Al quale è da allegare anche il codice Puc. Una procedura apparentemente semplice ma che, in qualche modo, invita a una maggiore attenzione.
Anche perché, in caso di difetti o, peggio ancora, di un mancato invio, il lavoratore perderebbe automaticamente il diritto alla malattia, naturalmente in termini di corrispettivi. E questo per una ragione semplice: l’Inps, né il datore (a livello ufficiale) verrebbero a conoscenza della malattia. Conseguenza: nessuna indennità, niente stipendio né contribuzione figurativa. E, ancora più concretamente, rischio di assenza ingiustificata. Qualche buon motivo per prestare attenzione.