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Attualità

“Ho finito i soldi….” l’appello disperato del ristoratore, l’ultimo grido

Il titolare del ristorante Il Gabbiano di Torre Pedrera lancia il suo appello a Il Resto del Carlino. Ma il suo non è un allarme isolato.

Foto © Pixabay

“Se passa questo lockdown io non sarò più in grado di riaprire il ristorante”. E’ l’appello che, dalle colonne de Il Resto del Carlino, lancia Maurizio, proprietario dello storico locale Il Gabbiano, posto sul lungomare di Torre Pedrera. Proprio lui che, nel mese di luglio, salì alle cronache per aver bloccato momentaneamente i lavori sulla via che costeggia la riviera adriatica, rei di aver infastidito i clienti del suo locale, compromettendo gli affari in un periodo già complesso.

Ora, il suo, è un allarme che fa eco a quello di tanti altri operatori e imprenditori. Chi più chi meno, vessati dalla crisi economica provocata dalla pandemia, dal lockdown e dalle altre misure che sono state rese necessarie dall’emergenza sanitaria. Un grido che è anche un pronostico. Atroce ma fin troppo plausibile.

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L’ultimo grido del ristoratore: “Se chiudo non riapro”, e non è il solo

Il rischio paventato è quello di non riaprire. Qualora, naturalmente, si proceda con il nuovo lockdown. Che per Maurizio, come per altri imprenditori della ristorazione (e non), potrebbe essere il colpo definitivo. Ho finito i soldi per pagare le bollette, dice il ristoratore al quotidiano bolognese. Poche parole, per il più grande dei problemi. Ancora più evidente se, ad andarci di mezzo, è uno dei locali più noti del territorio.

Del resto, quello della ristorazione è stato uno dei settori più colpiti dalla crisi. E, secondo una recente indagine della Federazione italiana dei pubblici esercizi di Confcommercio (Fipe), molti potrebbero andare incontro a un inverno fin troppo gelido. Secondo le stime, fra giugno e ottobre 2020 l’intero settore è sceso a picco: -50% di fatturato. Con l’unica respirazione data dal periodo estivo. Poi quasi il nulla per il 26% delle imprese del settore. E l’allarme di Maurizio è quello di tanti altri: per Fipe, il 4% dei locali che ha chiuso durante l’autunno, rischia di non riaprire.

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Damiano Mattana