La App di trading commission free, di grande successo durante il lockdown, finisce al centro di un contenzioso. Risolto ma non senza scorie.
Togliere ai ricchi per dare ai poveri. Lo faceva Robin Hood nell’Inghilterra plantageneta. In maniera più ortodossa, qualcosa di simile ha provato a farla Robinhood, offrendo ai giovani investitori di entrare con facilità nel mondo del business. Una App di trading “commission free” di grande successo durante il lockdown, dal momento dell’acutizzazione della pandemia e per tutto il periodo del nuovo stile “stare a casa”. Ancora, in modo diverso, di tendenza nel mondo del Covid-19. Ora però, Robinhood emerge per un contenzioso con la Securities and Exchange Commission, l’autorità di Borsa degli Stati Uniti.
L’accusa è stata pesante: poca chiarezza sulla fonte di guadagno e non essere riuscita a garantire gli standard per le operazioni di trading. Una nota della Sec, ha riferito che la App, “tra il 2015 e la fine del 2018, Robinhood ha rilasciato dichiarazioni ingannevoli e ha omesso informazioni riguardo al modo in cui aveva fatto soldi, sia nelle sue comunicazioni con i clienti che nelle pagine FAQ del suo sito”.
Accuse Sec e maxi-multa, il caso che getta ombra su Robinhood: 65 milioni di sanzione
Un contenzioso risolto accordandosi per una sanzione di 65 milioni di dollari ma che non ha visto né la conferma né la vera e propria negazione di quanto contestato. A tal proposito, Robinhood ha fatto sapere di non riconoscersi in quelle accuse, ribadendo come milioni di persone hanno effettuato i primi investimenti tramite Robinhood” e come restino “costantemente concentrati nel servirli”.
E interviene anche Dan Gallagher, chief legal officer: “riconosciamo la responsabilità che deriva dall’aver aiutato milioni di investitori a fare i loro primi investimenti e ci impegniamo a continuare a far evolvere Robinhood man mano che cresciamo per soddisfare le esigenze dei nostri clienti”.
In pratica, sì alla multa, no al riconoscimento dell’accusa. Che, in poche parole, riguarda il pagamento del flusso degli ordini, ossia la pratica di passare gli ordini dei clienti a esterni. Di per sé discussa ma comunque impiegata da numerosissimi dei cosiddetti broker al dettaglio. La quale, nondimeno, avrebbe consentito alla società di trarre dei vantaggi (sembrerebbe, secondo quanto emerse da Bloomberg nel 2018, anche sostanziali) senza, secondo la Sec, fornire sufficiente chiarezza a riguardo.