Secondo la Confesercenti una nuova chiusura tra Natale e la Befana comporterebbe una perdita di 10 miliardi di euro per negozi e pubblici esercizi. Ed il Governo nella notte sembra aver deciso la nuova serrata.
Il Governo oggi deciderà le modalità per inasprire le misure anti assembramento per i giorni delle festività natalizie. La necessità di trovare nuove modalità anti assembramento però cozza con i numeri annunciati dalla presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, sulle ripercussioni sul settore.
“Un lockdown tra Natale, Capodanno ed Epifania comporterebbe infatti per negozi e pubblici esercizi un’ulteriore perdita di 10 miliardi di euro, di cui 3 miliardi di euro circa di consumi in bar, ristoranti ed altre attività di somministrazione e 7 miliardi in acquisti di beni e prodotti”, ha scandito De Luise nella sua relazione all’Assemblea annuale chiedendo però al Governo di decidere con chiarezza senza lasciare le imprese nell’incertezza.
Insomma, una ulteriore stangata ad un settore che più di altri ha subito la crisi derivante dal Covid con i lockdown di questi mesi. La presidente di Confesercenti spiega che sono a rischio chiusura 150mila imprese, di cui solo 80mila operanti nel commercio, per un totale di quasi 450mila posti di lavoro a rischio:” Per alcuni comparti, nonostante i ristori ed i sostegni, si rischia il collasso”, evidenza De Luise.
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Nel turismo, ricettività e pubblici esercizi Confesercenti spiega che si può già stimare una perdita annuale superiore al 50% del fatturato. E oltre il 30% per il settore della moda.
Sull’ipotesi concreta di lockdown natalizio De Luise spiega che “uno stop and go azzera energie, crea sconcerto”. Perchè una impresa deve programmare, investire “e per farlo ha necessità di sapere quali decisioni verranno prese con un margine di anticipo. In Germania la chiusura è stata annunciata con una settimana di anticipo e le imprese da subito sanno che riceveranno il 75% del volume perso nei mesi di novembre e dicembre. L’Europa si è mossa con rapidità”, evidenza la numero uno di Confesercenti.