Ecco come verrà distribuito il vaccino anti-Covid in Italia, in base a quanto spiegato dal commissario straordinario Domenico Arcuri.
In seguito all’emergenza Covid il governo ha dovuto adottare una serie di misure restrittive volte a contrastare la diffusione del virus. A breve, inoltre, dovrebbe cominciare la campagna di vaccinazioni anti-Covid, con le prime batterie limitate che dovrebbero coinvolgere alcune migliaia di persone, tra categorie simbolo, come sanitari o testimonial di richiamo.
A partire da gennaio, invece, dovrebbe partire la vaccinazione di massa, cominciando con oltre 1,8 milioni di dose che a breve verranno consegnate in Italia da Pfizer, dopo l’autorizzazione dell’Agenzia del farmaco europea (Ema) e poi di quella italiana, l’Aifa, attese la prossima settimana.
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Il piano di vaccinazioni anti-covid, presentato dal commissario straordinario Domenico Arcuri, è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. A queste ultime, quindi, verrà inviato un ‘libretto di istruzioni per il vaccino e tutte le indicazioni per la procedura di somministrazione”.
Ma come verranno distribuite le dosi? A rispondere a tale domanda ci ha pensato lo stesso Arcuri. Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, parlando del piano vaccini anti coronavirus, infatti, ha dichiarato: “Se le agenzie del farmaco in Italia (Aifa) e in Europa (Ema) rispetteranno il calendario, simbolicamente a fine dicembre. E massicciamente ad inizio gennaio“.
Nella prima fase verranno vaccinati gli operatori sanitari e sociosanitari, pubblici e privati, ma anche ospiti e personale delle residenze per anziani. Nella seconda fase della campagna, invece, vi sarà il richiamo per i primi vaccinati e la somministrazione delle dosi alle categorie più fragili. Soffermandosi sulla seconda fase, lo stesso commissario straordinario ha dichiarato: “Non sappiamo esattamente quando, perché dipenderà da autorizzazioni e produzione dei vaccini. Potrà essere nel primo trimestre del 2021. Quanto alle priorità nella popolazione, si inizierà dagli 11 milioni di abitanti che hanno più di sessant’anni, a partire dai più anziani in giù. Nella seconda fase di vaccinazioni dovranno rientrare anche i lavoratori che svolgono servizi essenziali che li mettono a rischio: forze dell’ordine, scuola, trasporto pubblico e anche le carceri”.