Centinaia di medici specializzandi sono scesi in piazza per protestare contro la decisione del ministro della Salute e di quello all’Università in merito al loro apporto alla lotta contro il coronavirus.
In seguito all’emergenza Covid il governo ha dovuto adottare una serie di misure restrittive volte a contrastare la diffusione del virus. A partire da metà gennaio, inoltre, come annunciato dal commissario straordinario Domenico Arcuri, dovrebbe partire la campagna di vaccinazioni e proprio per questo motivo è stato deciso di fare un bando per selezionare 3 mila medici e 12 mila infermieri “per darci una mano in questa campagna”.
Anche l’aggiunta di 3 mila medici, però, non sarà sufficiente a garantire la gestione del piano vaccinazioni e pertanto si è pensato di utilizzare 30 mila specializzandi. Quest’ultimi, però, non riceveranno lo stesso trattamento economico e contrattuale dei medici selezionati con il bando del commissario Arcuri e proprio per questo motivo hanno deciso di manifestare il proprio dissenso.
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Ai medici specializzandi solo crediti formativi
In seguito al bando del commissario Arcuri, ben 3 mila medici dovrebbero essere assunti a tempo determinato per nove mesi. La situazione, però, dovrebbe essere alquanto diversa per quanto riguarda gli specializzandi. In base a quanto previsto dal ministro alla Salute Roberto Speranza e di quello all’Università Gaetano Manfredi, infatti, agli iscritti al primo e secondo anno delle scuole di specializzazione che verranno coinvolti nella campagna vaccinale anti coronavirus verranno dati 4 crediti formativi. Non è previsto, invece, nessun tipo di contratto o compenso economico.
Una decisione che non è stata particolarmente apprezzata da parte dei diretti interessati, tanto da decidere di scendere nelle maggiori piazze italiane, con addosso il camice, in segno di protesta. Il loro scopo, infatti, è quello di ricordare che “il lavoro va pagato“. Su alcuni cartelloni, infatti, è possibile leggere: “Con i crediti non paghiamo le bollette”. Ma non solo, sottolineano che somministrare il vaccino sia in realtà competenza solamente di alcuni specializzandi e non di tutti.
Ma non solo, in molti ritengono che la storia dell’attività formativa sia soltanto una scusa per non dare alcun tipo di compenso. In tal senso è intervenuta anche la Federspecializzandi, che chiede quantomeno che l’adesione alla campagna avvenga su base volontaria.