Lo scorso 8 dicembre è partito il programma cashback. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo quali sono le spese rimborsabili e quelle invece escluse.
Introdotto con la Legge di Bilancio 2020, il cashback è stato pensato al fine di incentivare i pagamenti con carte di debito o credito, attraverso un meccanismo che prevede la restituzione in denaro di una percentuale di quanto pagato cashless.
Inizialmente previsto per il 2021, alla fine è stato deciso di anticipare l’avvio di questa iniziativa a partire dallo scorso 8 dicembre, il cosiddetto Extra Cashback di Natale, al fine di incentivare proprio gli acquisti durante il periodo natalizio.
In sostanza tale programma prevede un rimborso del 10%, fino a un massimo di 150 euro, per gli acquisti effettuati a titolo privato e che pertanto escludono l’utilizzo professionale. Tuttavia bisogna prestare la massima attenzione, in quanto, a differenza di quanto si possa pensare, non tutte le spese sono ammissibili e proprio per questo motivo è bene sapere quali siano gli acquisti rimborsabili e quali invece no.
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Cashback, l’amara sorpresa delle spese escluse dal bonus
Grazie al programma cashback è possibile ottenere un ritorno, fino ad un massimo di 150 euro, per gli acquisti svolti nei negozi e pagati attraverso l’utilizzo di strumenti elettronici. Ma non solo, sono ammissibili anche le spese sostenute presso bar, ristoranti, supermercati, artigiani, professionisti e grande distribuzione. Rientrano pertanto in questo programma anche i pagamenti per prestazioni fornite da avvocati, medici, ma anche idraulici, parrucchieri ed elettricisti.
Compresi nel cashback anche i rifornimenti di benzina e gli acquisti di viaggi. Grazie all’iniziativa Enel X Pay, che ha aderito a Italia Cashless, inoltre, è possibile ottenere il bonus offerto dal governo anche per quanto riguarda le bollette di luce e gas.
Una volta viste le spese ammissibili, è bene sapere quali sono invece quelle escluse dal programma cashback. In particolare non vengono presi in considerazione tutti i pagamenti svolti online e nemmeno le operazioni svolte presso gli sportelli ATM. Tra quest’ultimi, ad esempio, si annoverano le ricariche telefoniche. Non sono soggette a rimborso, inoltre, le operazioni di acquisto che prevedono l’addebito diretto su carta o conto corrente. Allo stesso tempo sono esclusi gli acquisti effettuati per esigenze lavorative e pagati con carta aziendale.