Con il probabile aumento delle domande, servirà un aumento delle risorse messe a disposizione dal Governo. E la questione va risolta in poco tempo.
La crisi innescata dal coronavirus arriva (o è arrivata) praticamente ovunque. Comprese quelle che, nella precedente esperienza di governo, erano state le colonne portanti sul piano delle riforme. Il Reddito di cittadinanza, in questo senso, non fa eccezione. A riferire l’allarme suonato è il Messaggero, che parla di una misura che, nel prossimo anno, rischia di incontrare il primo stop.
Il problema, come in tanti altri settori, sono le risorse. Per garantire la prosecuzione della misura targata M5s servono altri due miliardi. Cifra utile a coprire l’incremento delle domande (aumentate notevolmente con l’emergenza sanitaria) e una possibile ulteriore crescita del numero di quelle pervenute. Altrimenti sarà lo stop anticipato.
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Reddito di cittadinanza, perché rischia di saltare nel 2021: servono altre risorse
In realtà, la questione sarebbe anche più complessa. Perché un eventuale esaurimento (o comunque una riduzione sensibile) delle risorse messe a disposizione per il Reddito di cittadinanza, potrebbe intaccare anche chi già beneficia della misura, con la possibilità concreta di incorrere in tagli. Una variabile da tenere in seria considerazione in un periodo in cui, in qualche modo, il Reddito ha costituito un sostegno per tante famiglie.
La crisi del settore lavorativo, in quasi tutti i campi, produrrà con il nuovo anno un’ulteriore criticità visto che, specie se dovessero arrivare nuove chiusure, la platea di coloro che potrebbero perdere il lavoro sarebbe destinata ad aumentare. Anche considerando fattori come lo stop al blocco dei licenziamenti e l’esaurimento della Cassa integrazione. E, naturalmente, la crisi in corso che renderà difficile reperire nuovi impieghi in breve tempo.
In termini numerici, se aumentano le richieste dovranno fisiologicamente aumentare le risorse. Almeno un paio di miliardi, forse poco più, per arrivare a coprire una spesa pari a circa 10 miliardi di euro. Secondo il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, la speranza si chiama scostamento di bilancio. L’orizzonte è a brevissimo termine. Gennaio 2021, poi si tireranno le somme. Letteralmente.